Regia di Krzysztof Kieslowski vedi scheda film
Secondo dei dieci capitoli di una saga ispirata a delle leggi religiose. Criptico (francamente difficile intuire cosa significhi la storia rispetto al titolo affibbiatole) e dal ritmo piuttosto blando: nella prima mezzora, cioè in più della metà del film, non succede niente. Lunghi silenzi, un personaggio taciturno ed enigmatico come il dottore a costituire il nodo centrale della storia; anche qui Kieslowski contrappone due visioni contrastanti della vita, con il perno della religione a bilanciare la questione (proprio come il dottore nella storia concreta): la donna infedele, pronta ad abortire e noncurante dell'agonia del marito ed il medico disposto a mentire pur di evitare l'aborto e forse anche la prosecuzione dell'infedeltà. Pare che il finale non accontenti nessuno: in analogia con la vita reale.
"Non nominare il nome di dio invano". Un uomo è in fin di vita all'ospedale. La moglie è incinta dell'amante: terrà il bambino solo se sarà vedova. Il dottore lo sa e fa il doppiogioco: le dice che il marito è spacciato, lei tiene il figlio, ma l'uomo si salverà.
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