Regia di Krzysztof Kieslowski vedi scheda film
Invocare il nome di Dio per compiere una scelta drammatica: è quanto accade a Dorata (Janda), donna di Varsavia sulla quarantina. Suo marito è da tempo in ospedale per una grave malattia, mentre lei - che continua ad amarlo - è rimasta incinta di quel bambino che ha desiderato per anni. Cosa sperare? La guarigione del marito o la speranza della sua morte, che darebbe via libera alla nascita tanto anelata e le farebbe abbandonare l'idea dell'aborto? La domanda posta al medico che ha in cura il marito (Lukaszewicz), un coinquilino con il quale da anni va avanti un dissidio, non ha risposta e la donna si affida alla scelta "saggia" di Dio.
Il secondo episodio del Decalogo rovescia programmaticamente il senso dogmatico dei comandamenti, consegnando alla protagonista un finale amaro e inatteso. Sul film, la cui cifra registica televisiva traspare soltanto dall'uso abbondante di primi piani, aleggia un senso di mistero, i personaggi sono avvolti nell'atmosfera plumbea della capitale polacca e i simbolismi, come d'uopo nel cinema di Kieslowski, non mancano.
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