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Fendas

Regia di Carlos Segundo vedi scheda film

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La recensione su Fendas

di mck
8 stelle

Da Capo San Rocco a Capo Verde e viceversa, in vicendevole ritorno, come se fosse da balcone a balcone, divisi solamente dall'Atlantico.

 

 

Catarina è una ricercatrice nel campo della fisica quantistica tornata da poco, dopo un espatrio francese con compagno di vita al sèguito, ad insegnare e studiare al Dipartimento Internazionale di Fisica di un istituto universitario della sua regione brasiliana d’origine, il Rio Grande do Norte.

There is a crack, a crack, in everything / That's how the light gets in.

 


Fendas” (fenditure, fessure, crepe, incrinature, brecce, ma anche incisioni, ferite, squarci, varchi, ...e lacrime) è un’opera di Speculative Hard SF… aleatoria e soft, e quindi staziona a mezza via, letterariamente, fra quella più “dura” di Greg Egan e quella più “speculativa” di Ted Chiang (che è l’autore di “Storia della Tua Vita”, ovvero il soggetto di “Arrival”, messo in scena - per l’appunto… ammorbidendolo - da Denis Villeneuve, il cui primo atto della propria futura filmografia,un 32 Août sur Terre”, sotto alcuni aspetti e per certe tematiche, entra in risonanza con il lavoro preso in esame in questa pagina), e cinematograficamente fra, per le tematiche tecnico-scientifiche, “DEVS” di Alex Garland (con una spruzzata, ma perché no, del “Fargo - 3” di Noah Hawley e del “Primer” di Shane Carruth), e, per quelle socio-politiche (i rimandi alla bolsonarica situazione brasiliana odierna sono diretti), il cinema di Carlos Reygadas (“Batalla en el Cielo”, “Luz Silenciosa”, “Post Tenebras Lux”) e quello di Corso Salani, oltre, ovviamente, a tutto l’assimilabile in risonanza Novo Cinema Novo brasialiano. E, in paradossale, tautologica, parossistica aggiunta, il “WaveLenght” di Michael Snow, che - mi piace pensare - il relativamente giovane (classe 1979) regista brasiliano Carlos Segundo (il quale sa giocare col campo “escludente”, il fuori campo “includente” e il contro-campo “fantasma”, sa usare con creatività e forza tanto lo zoom e l'esplorazione del frame/quadro ("Blow Up" e "Blade Runner") quanto il sonoro, col “rumore bianco & di fondo” proveniente da un altrove/altroquando che mette “paura”, e che così descrive il proprio film: “Catarina è una ricercatrice in fisica quantistica che studia gli spazi sonori nascosti nelle variazioni della luce e, immergendosi nelle immagini che distorce, scopre una nuova forma di spettro sonoro che sembra aprire un accesso a un’altra temporalità…”), qui dunque al suo esordio nel lungometraggio di finzione (scritto con Michelle Ferret e montato con Jerome Breau, mentre la fotografia, immersa nella luce greco-pluviale della equatoriale costa atlantica, è di Clovis Cunha), cita letteralmente…

 

 

“La luce [le frequenze della radiazione elettromagnetica comprese nello spettro percepibile da un dato osservatore] è tutto, no?”

E, a proposito, di tutto, hai voglia a trovare un film che, pur se di sguincio, accorpa e amalgama il Principio di Indeterminazione di Heisenberg, il Paradosso di Schrödinger, l’Esperimento della Doppia Fenditura dimostrante il Dualismo Onda-Particella e la Successione Aurea di Fibonacci, vale a dire eterogenei elementi estremamente inflazionati in senso mainstream, ma irriducibili all’autentica comprensione da parte del grande pubblico (cioè “nostra”), e per questo da maneggiare co-scientemente con cura ed attenta responsabilità.

 

Roberta Rangel

Fendas (2019): Roberta Rangel

 

Era visiting professor di icone viventi e sembrava imbarazzato da ciò che era andato a spigolare in quegli anni dai suoi colleghi di cultura popolare.
- Capisco la musica, capisco i film, capisco persino come i fumetti possano insegnarci qualcosa. Ma in questo posto ci sono docenti ordinari che non leggono altro che le scatole dei cereali.
- È l'unica avanguardia di cui disponiamo.
Don De Lillo - “Rumore Bianco” - 1984

Certo, se il primo approccio alla questione è il nome del corso universitario che la protagonista, una brava Roberta Rangel spesso inseguita di spalle con la macchina a mano à la Dardenne, tiene nel proprio dipartimento, ovvero “Fisica della Poiesi” (n. di studenti: 1; il quale, per pagarsi gli studi e aiutare a mantenere la famiglia, di notte lavora come pescatore sulla barca del/col padre: fortunato, un lavoro che gli piace, uno studio che gli piace: e quelle onde lo cattureranno, entrambe, in maniera ben diversa fra loro...), ch’è come dire “Matematica della Felicità”, “Chimica della Consapevolezza”, “Biologia delle Telecomunicazioni”, “Economia dell'Entanglement” o “Astronomia della Psicoanalisi”, allora l’inizio è in salita, ma la prima a “scherzarci” su, con l'amica e collega, è proprio lei, perciò ecco che la responsabilità cosciente di cui sopra subentra, travalica e sovrasta ogni indugio e sospetto messo in campo e in atto da parte dello spettatore un po’ smaliziato.

 

 

Le acciughe fanno il pallone / Che sotto c'è l'alalunga
Se non butti la rete / Non te ne resta una / Non te ne lascia una.


Intu mezu du mä / Gh'è 'n pesciu tundu
Che quandu u vedde ë brûtte / U va 'nsciù fundu
Intu mezu du mä / Gh'è 'n pesciu palla
Che quandu u vedde ë belle / U vegne a galla. 

 


In definitiva/provvisoria sintesi conclusiva/rinnovante prende un’apparente/apparita idea (che le onde sonore permangano negli spazi vuoti fra la materia a tempo indeterminato tendente a ridondanza infinita) e la dilata, uroboricamente ritornando all’inizio di questa breve disamina, all’epigenetica Ipotesi di Sapir-Whorf sul condizionamento dello sviluppo cognitivo di un essere vivente e le conseguenti capacità acquisite in base al linguaggio utilizzato (interdipendenza performativa) presente in “Arrival” e alle proprietà del Comportamento Emergente di un computer quantistico in “DEVS” atto a ricreare l’ogni accaduto, passo passo, eternandolo in riproducibilità permanente.

 


Da questo PdV, affido una mio personale missiva transeunte nella ideale bottiglia flottante nell’oceano (che, alla fine di “Fendas”, si trasforma in una venuta al mondo in sala parto, proemio all'intuibile immane perdita subita dalla protagonista) dello spazio-tempo ch’è il www: se la materia oscura fosse l’archivio indissolubile dell’esistito esistente?

 


Mandami un’e-mail - o un messaggio vocale, attraverso questo ClubHouse quantistico - da Capo San Rocco a Capo Verde e viceversa, in vicendevole ritorno, come se fosse da balcone a balcone, divisi (e collegati: l’informazione viaggia sulle - e contenuta nelle/dalle - onde) solamente dall’Atlantico…

 


Come non amare, inoltr’ed infine, una lingua che per dire omogeneizzato preferisce utilizzare “Papinha para Criança” (per non citare il poeta, poi: “Segunda-feira de Lisboa / Che nome d'incanto! / Qui da noi / È lunedì soltanto...”). 

* * * ¾

 

Il film è presente nel catalogo MUBI, qui: https://mubi.com/it/films/slits; e la piattaforma di cinema in streaming ha anche in cartellone una rassegna sul nuov(issim)o cinema brasiliano, qui: https://mubi.com/it/specials/new-brazilian-cinema.

 


Il film è dedicato a tutte le ricercatrici (pesquisadoras) brasiliane, e in particolare a Gabriela Barreto Lemos (di stanza a Vienna), autrice principale di, ad esempio, questo articolo, “Quantum Imaging with Undetected Photons”, del quale riporto l’abstract/riassunto:
“Indistinguishable quantum states interfere, but the mere possibility of obtaining information that could distinguish between overlapping states inhibits quantum interference. Quantum interference imaging can out perform classical imaging or even have entirely new features. Here, we introduce and experimentally demonstrate a quantum imaging concept that relies on the indistinguishability of the possible sources of a photon that remains undetected. Our experiment uses pair creation in two separate down-conversion crystals. While the photons passing through the object are never detected, we obtain images exclusively with the sister photons that do not interact with the object. There fore the object to be imaged can be either opaque or invisible to the detected photons. More over, our technique allows the probe wavelength to be chosen in a range for which suitable sources and/or detectors are unavailable. Our experiment is a prototype in quantum information where knowledge can be extracted by and about a photon that is never detected.”     

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