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Con rispetto parlando

Regia di Marcello Ciorciolini vedi scheda film

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La recensione su Con rispetto parlando

di mm40
6 stelle

In un paesino del centro Italia muore il sindaco. Gli abitanti del luogo mantengono le apparenze e portano scrupolosamente avanti le tradizioni, tra lutto e cordoglio, ma la verità è che a nessuno fregava realmente niente del caro estinto. Dalla città arriva anche un'attricetta: è la nipote del defunto, forse l'unica a provare un po' di dispiacere nella surreale situazione.


Un caso curioso, quello di Con rispetto parlando: l'esordio dietro la macchina da presa per lo sceneggiatore Marcello Ciorciolini (che firma anche il copione del lavoro) è chiaramente nel segno della commedia di serie A contemporanea, quella che sbeffeggiava gli italiani e le loro manie, ma in totale economia. Le idee e le gag vanno perciò a sostituire i grossi nomi sulla locandina – e a tratti sono realmente irresistibili; di pellicole che sbeffeggiano la morte e i suoi consolidati, inevitabili riti se ne sono viste poche sugli schermi nostrani, e questa è senza dubbio tra le migliori. In buona sostanza Con rispetto parlando si potrebbe definire l'anello di congiunzione tra la commedia all'italiana e quella strapaesana del decennio seguente, che poi sfocerà nelle opere guardone e pecorecce più espressamente votate alla risata. Qui invece i contenuti sono ancora ben presenti, la critica sociale va a braccetto con l'osservazione 'di costume' e la morale è fin troppo esplicita e lineare (ed effettivamente è il punto più debole di tutto il film: non racchiude molto di più che un cinico messaggio sulle ipocrisie degli esseri umani). Il vero valore aggiunto rimane comunque quello del cast, interamente composto da seconde linee e capace di far rivalutare una volta per tutte quel termine “seconde”: non hanno nulla da invidiare ai colleghi più noti, infatti, i vari Nino Terzo, Umberto d'Orsi, Scilla Gabel, Aroldo Tieri, Luca Sportelli, Carlo Giuffré, Dominique Boschero, Enzo Andronico; comparsata anche di un giovane Lino Banfi. Tanto ritmo, qualche battuta azzeccata, un argomento piuttosto insolito e un quadro d'insieme ben funzionante: non male per un lavoro prettamente comico, per di più di un regista al debutto. 6/10.

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