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Zack Snyder's Justice League

Regia di Zack Snyder vedi scheda film

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La recensione su Zack Snyder's Justice League

di DeathCross
1 stelle

Dalla notte di mercoledì 13 settembre alla (tarda) serata di lunedì 2 ottobre ho 'finalmente' visto in quattro puntate "Zack Snyder's Justice League", ovvero la versione ripresa in mano da Snyder di "Justice League" dopo che un manipolo di fan tra cui una non così piccola fetta di gente tossica (anche alt-righter?) e a quanto pare pure qualche fake account chiese a gran voce di rilasciare il 'director's cut' in seguito ad una generale delusione verso il lavoro completato da Joss Whedon nel 2017.
Andrò a costruire il mio commento in modo da richiamare la divisione in parti del film stesso, con titoli che richiamano quelli originali.

 

PART 1: DON'T COUNT ON IT, SNYDER

 

Ora, devo dichiarare che partivo con enormi pregiudizi nei confronti di questo film, tant'è che a qualche persona amica mia avevo anticipato di non vedere l'ora di poterlo inserire tra i film da me più odiati in assoluto, e la storia tragica della figlia del regista un po' mi tenta di dimostrare benevolenza. Alla fine, però, ci sono troppi elementi ai miei occhi pessimi già solo a livello concettuale e per questo credo di seguire la mia onestà intellettuale nel perseguire una distruzione sistematica di questo film, nonostante magari a livello tecnico sia meno brutto di altri (anche restando nella filmografia snyderiana). Dopotutto, seguendo questa linea di pensiero ho dato mezze stelle a film come "The Lion King" di Favreau, "The Passion of the Christ" di Gibson "Transformers: The Last Knight" di Bay, film a livello meramente tecnico superiori a robaccia come "Mega Piranha", "Night of the Living Dead: Darkest Dawn" o "Chicken Park" ma per il quale nutro un odio estetico e tematico talmente profondo da non poterli non equiparare alle sopra citate trashate, mi pare perciò giusto riservare al sopravvalutatissimo polpettone di Snyder lo stesso trattamento.

 

PART 2: THE AGE OF PRETENTIOUS SHOOTERS

 

Il motivo principale del mio odio per "Zack Snyder's Justice League" risiede nel suo rappresentare l'apoteosi dell'adorazione a mio avviso spropositatamente esagerata per questo autore, il quale è riuscito in ciò che Bay non aveva saputo raggiungere, ossia venire osannato come 'autore' rivoluzionario semplicemente sdoganando i peggiori cliché (anti)estetici del cinema mainstream contemporaneo. Questa divinizzazione ha portato Snyder a coltivare, film dopo film, una pretenziosità sempre più smaccatamente evidente, e qui ciò è lampante nella durata spropositata e dalla scelta del 4:3 come aspect ratio (ma anche del bianco e nero per la versione "Justice is Gray", io però ho visto quella a colori). Il problema è che Snyder non è Sergio Leone e il suo Justice League non raggiunge neanche per finta, per scherzo, per immaginazione esasperatamente fervida la complessità narrativa, tematica ed estetica di "Once Upon a Time in America".

 

PART 3: HATED DIRECTOR, HATED MOVIE

 

Coi sui ralenti para-videoludici usati male e a caso, la patinatura iper-ritoccata digitalmente della fotografia, il manicheismo che trasuda ogni confronto tra personaggi 'buoni' e 'cattivi', la morale (involontariamente? secondo le dichiarazioni del regista sì, e forse credo nella sua ingenuità) destrorsa sospesa tra randianesimo fascistoide e messianismo evangelico e così via, lo 'stile' di Snyder mi irrita e non poco già in durate convenzionali (penso soprattutto ai 110 minuti dell'imbecille "Sucker Punch" e ai 117 del vomitevole "300"), figuriamoci se posso sopportarlo esteso in 4 ore, anche se riducendo in proporzione i tratti più insopportabili e diluendoli con qualche momento esteticamente sopportabile!

 

PART 4: CHANGE EVERYTHING

 

In tutto ciò, qua Snyder arriva a peggiorare sé stesso grazie ad una costruzione radicalmente forzata della Justice League del titolo, composta da un cast che va dal bollitissimo Ben Affleck al marmoreo Henry Cavill passando per l'incapace Gal Gadot l'insopportabile Ezra Miller, il piattissimo Ray Fisher e il gonfiato Jason Momoa. Toccante è notare come tutti questi personaggi interagiscano tra di loro con un'alchimia inesistente, come se appartenessero a mondi che non hanno nessuna ragione di coesistere: in questo Snyder ha superato i fratelli Russo e il loro scadente dittico "Avenger: Infinity War + Endgame", che in confronto a questo Justice League sembra quasi "Logan" di Mangold!

 

PART 5: ALL THE KING'S SHITS

 

Qui farò un elenco di alcuni momenti a mio avviso infimi nel film. In primis non si può non citare l'entrata in mare di Aquaman con rallenti tamarrissimo: è un buono spot per qualche shampoo, però. Altro rallenti decisamente ridicolo è quello di Flash che salva una ragazza da morte per investimento e nel mentre si intasca un hot dog con tanto di ghigno beffardo con cover di "Song to the Siren" in sottofondo. Questo mi porta a parlare dell'uso delle musiche nei film di Snyder: quando ero alle superiori e quindi pieno di ingenuità ancora, pensavo fosse uno dei suoi punti di forza, col tempo ho invece raggiunto la convinzione che l'illusione della grandiosità in questo campo sia ottenuta tramite scelte più furbe che intelligenti (e in molti casi puntando su esecuzioni a mio avviso minori) rovinate dall'estetica tamarra del regista. Per chiudere il capitolo, cito i sogni post-apocalittici di Bruce Wayne, dove l'immaginario 'cacovisivo' di Snyder ritorna ai 'fasti' di "300" ma se possibile ancora più indigeribile.

 

PART 6: SOMETHING SHITTIER

 

Insomma, quello che rende ai miei occhi "Zack Snyder's Justice League" qualcosa di peggiore rispetto a tutto ciò che il regista ha realizzato precedentemente e rispetto ad altra robaccia attualmente prodotta non è tanto la sua effettiva qualità tecnica (il budget rende quasi impossibile raggiungere davvero il fondo, à la Asylum per intenderci) quanto ciò che rappresenta, ovvero la celebrazione di un 'cinema' para-televisivo la cui opulenza produttiva è controbilanciata da una vacuità artistica imbarazzante, strutturato come un concentrato di cliché triti e ritriti tale da far nascere il sospetto che ad hollywood abbiano iniziato ad usare non le a.i. ma i generatori automatici di scelte narrative ed estetiche, portatore di istanze inconsciamente (?) reazionarie e/o conservatrici anche se malamente coperte da 'washing' etici vari, da un reazionarismo cinematografico che riporta i film su binari banalmente manichei ma abbruttiti da uno scimmiottamento del mondo dei videogiochi, cosa che rende tutt'altro che sorprendente l'apprezzamento di questa tipologia di 'film' da parte di certe comunità videogiocatrici, comunità sempre più avvelenate da agenti (consapevoli e inconsapevoli) di estrema destra.

 

EPILOGUE: I HOPE NOT TO SEE THIS TWICE OVER

 

Chiudo ribadendo che questa mia stroncatura è di parte, pregiudiziale come ho detto in apertura, probabilmente esagerata, ma la rivendico nella speranza di non rivedere più questo che per i miei standard è un obbrobrio, se non forse nella disprezzata versione curata da Joss Whedon (ma a quanto pare tutto il mondo la considera un film completamente differente).

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