Regia di Daniele D'Anza vedi scheda film
Un bambino, vittima di gravi ustioni, riceve in dono un pezzo di pelle dalla sua maestra. Con questo gesto disinteressato, però, la donna creerà ancora maggiori aspettative sulla sua generosità.
Nel 1965 Daniele D'Anza trovava il tempo di girare il monumentale Questa sera parla Mark Twain (7 ore di durata circa) e il poco meno colossale Scaramouche con protagonista Domenico Modugno (5 puntate da un'ora ciascuna); l'impegno per La nostra pelle, un'ora e mezza in tutto, dev'essere dunque stato per lui pressoché una passeggiata. Si parla naturalmente di produzioni Rai: la televisione dell'epoca non guardava granché ai dettagli estetici e anche nel caso di questa pellicola ci troviamo di fronte a un'impostazione circa teatrale, con costumi e scenografie approssimativi, recitazione impostata e un ritmo alquanto blando, certo distante da quello cinematografico. Il testo di partenza è una commedia di Sabatino Lopez, scrittore livornese nato a metà dell'Ottocento; La nostra pelle viene pubblicata nel 1912 e risulta essere la terza opera di Lopez messa in scena per la tv nei suoi primi poco più che dieci anni di vita, dopo Schiccheri è grande (1954) e Mario e Maria (1956), entrambe dirette da Silverio Blasi. Come quest'ultimo, D'Anza è oramai esperto nel confezionare lavori di tale risma, trasposizioni non particolarmente fantasiose di opere letterarie (più o meno) note; qui ha a disposizione per il cast, tra gli altri, Paolo Ferrari, Valentina Fortunato, Franco Volpi, Manlio Busoni e Franca Dominici. Bianco e nero d'obbligo per l'epoca (la tv a colori sarà una realtà del decennio successivo), cento minuti scarsi di intrattenimento 'intelligente' per il pubblico domestico. 4/10.
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