Regia di Paolo Virzì vedi scheda film
Enorme delusione sia considerando il regista (che prosegue nella sua parabola discendente), sia considerando alcuni attori coinvolti (Mastrandrea, Orlando).
Il macro-soggetto abbastanza interessante viene vanificato da una sceneggiatura sconclusionata, infarcita di incongruenze e non plausibilità palesi. I personaggi girovagano senza una direzione, collidendo uno sull'altro per poi riprendere il loro insensato girovagare.
Quasi tutte le sottotrame sono di scarso interesse, alcuni personaggi hanno uno spessore inesistente e stanno lì solo per giustificare l'accenno ad alcune tematiche in voga buttate alla rinfusa senza il minimo approfondimento (es: il ragazzo di colore, l'orchestrale omossessuale, il politico defunto che appare allo straniato Mastrandrea, il personaggio platinato interpretato da Ragno etc...).
Fatico a trovare elementi positivi: si salvano dal disastro solo la bella prova di Mastrandrea, l'intenso confronto di Silvio Orlando con la figlia sul finire della pellicola.
Invece di elementi negativi ce ne sono così tanti che ho l'imbarazzo della scelta a segnalare i peggiori, ma su tutti direi:
-le due scene in cui vengono inquadrate note fontane pubbliche di Roma ricolme d'acqua e senza nessuno che tentasse di rubarla, nonostante la suddetta acqua fosse assolutamente contingentata, che la dice lunga sull'attenzione al dettaglio e alla plasibilità della pellicola
-la comparsata di Monica Bellucci, "degno" suggello della disgraziata pellicola.
In conclusione: film da evitare, anche in considerazione della durata dilatata all'inverosimile.
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