Regia di Paolo Virzì vedi scheda film
“Siccità”, ovvero: la Sindrome dello Specchietto Retrovisore.
Generalmente m'infastidiscono quelle recensioni che dall’alto di ‘sta ceppa (camerette di youtube, scantinati di blog, balconi social, corrieri del giorno & repubbliche della sera, facoltà universitarie) e dimenticandosi del film tentano di individuare, pescare e sventolare le “intenzioni” dell’autore (solitamente sono scritte da gente che per trovarsi quel punto del culo da grattare quando gli prude hanno bisogno di una carta geografica), ma ogni regola ha un’eccezione perciò, volendomi un sacco di bene, dirò che sembra quasi che “Siccità” sia un’opera girata per dimostrare che con un montato di due ore si può benissimo riuscire a raccontare una storia che avrebbe riempito tre stagioni di una serie: ebbene, l’assunto è vero, ovviamente (come altrettanto ovviamente è vero pure l’inverso, cioè che è ben possibile sviluppare un’ottima serie lungo tre stagioni col materiale messo a disposizione da un lavoro di due ore: in entrambi i casi è il come che performa il cosa), ma in questo caso Paolo Virzì (e dico in “questo” perché in altre occasioni il regista livornese – che in trent’anni di carriera ha mai lasciato passare, come invece è accaduto nel frangente in esame, 4 anni di “vuoto”, ovvero, ad esempio, la collaborazione alla sceneggiatura di “Tolo Tolo”, tra la messa in scena di un proprio script e l’altro – ha ben dimostrato il contrario) non è Robert Altman e – pur con gli spiriti di Mario Monicelli, Luigi Comencini e Suso Cecchi D’Amico seduti sul sedile posteriore (decidete voi chi sia Papà, chi Mammà e chi il Presidente del Consiglio Letta-Conte) – Paolo Giordano, Francesca Archibugi e Francesco Piccolo non sono Raimond Carver e Frank Barhydt.
Non me la sento punto nella maniera più assoluta di scendere sotto la sufficienza, ma in egual misura lì mi fermo: “Siccità”, così come in media le prestazioni attoriali dei suoi interpreti
– un elenco impressionante: Valerio Mastandrea (spossato), Claudia Pandolfi (vigorosa), Silvio Orlando [bella Rebibbia, (ma non) ci vivrei], Sara Serraiocco (indomita), Elena Lietti (generosamente brava), Tommaso Ragno (in buon sovratono), Vinicio Marchioni (in buon sottotono), Diego Ribon (iperrealisticamente caricaturale), Max Tortora (sempre in parte), Emanuela Fanelli (sacrificatamente muliebre), Gabriel Montesi (ottimo), Emma Fasano (semi-esordiente), Gianni Di Gregorio & Paola Tiziana Cruciani (divertenti & divertiti), Andrea Renzi (“terzo” polo), Monica Bellucci (talmente in parte da essere fuori parte), Massimo Popolizio (on stage), eccetera eccetera…, completato dal cast tecnico-artistico (fotografia di Luca Bigazzi, montaggio di Jacopo Quadri e musiche di Franco Piersanti) e da quello produttivo (Lorenzo Mieli per Wildside/Freemantle) e distributivo (Vision/Sky) –,
merita un passaggio, che inevitabilmente finirà ben presto in quella parte del magazzino mnemonico identificata con l’etichetta chimico-ormonale di “gradevole serata non sprecata e nient’e nulla più”, proprio come il destino che all’interno del film tocca al “ballardiano” gigante (dis)sepolto nel letto del Tevere in secca totale a guisa di Giordano attraversato dalla Sacra Famiglia in direzione Betlemme, Nazareth, Cafarnao e Ostia Lido.
“Siccità”, ovvero: la Sindrome dello Specchietto Retrovisore.
(**¾) * * * (***¼)
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Ma abbandonando per un momento il Tevere e passando al Ticino: ad oggi, 19-02-2023, è più di un mese e mezzo che non piove (non sto parlando di nebbia che condensa e precipita al suolo) in Lombardia e più in generale in tutta la Pianura Padana. Lo stesso copione degli anni passati, solo di volta in volta un po’ peggio.
E a tal proposito riporto qui 4 tabelle (cliccare su ognuna di esse per ingrandirle) a cura di Lorenzo Arcidiaco, già segnalate a commento di “White Noise”, che infograficamente (rap)presentano il rapporto tra Anomalie Termiche & Anomalie Pluviometriche, dal 1950 al 2023, rispetto alla climatologia 1981-2010, nei periodi di Gennaio-Dicembre e Ottobre (anno precedente) - Gennaio (anno di riferimento), per Piemonte e Toscana: la cronaca di un disastro annunciato.
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