Regia di Paolo Virzì vedi scheda film
Mosaico di esistenze disperate, buffe, patetiche, che abitano un mondo appesantito dal torpore di una siccità che attanaglia Roma da tre anni. Virzì ambienta il film in un futuro distopico per parlarci di un presente in stato confusionale, descrive un momento di allarme (climatico), mostra un nuovo scenario di crisi (pandemica), intreccia storie di personaggi sconfitti e soli. Fin dall'antichità Roma ha sempre dovuto gestire una enorme quantità d'acqua, una moltitudine di fontane, bacini pubblici, terme, giardini, simboli di un passato antico e glorioso che rischiano di collassare a causa della crisi idrica. Il regista analizza conflitti interpersonali che diventano via via più interconnessi, parte di un racconto corale attento a raccontare l'aridità della società moderna.
Ottime prove attoriali per Silvio Orlando (uxoricida desolatamente a spasso per Roma), Valerio Mastandrea (stanco conducente assonnato), Elena Lietti (libraia sacrificata che si prende goffamente cura della famiglia e di una pianta assetata), Tommaso Ragno (egocentrico attore influencer), Claudia Pandolfi (primaria sentimentalmente ferita), Diego Ribon (idrologo star della TV), Emanuela Fanelli (agnello sacrificale in un mondo di pazzi).
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