Regia di Paolo Virzì vedi scheda film
VENEZIA 79 - FUORI CONCORSO
Al Festival di Venezia 79, nella sezione Fuori Concorso, è stato presentato Siccità, l’atteso film corale che segna il ritorno in regia di Paolo Virzì dopo Notti magiche, risalente al 2018.
Il cast di Siccità, il nuovo film di Paolo Virzí con Silvio Orlando, Valerio Mastandrea, Elena Lietti, Tommaso Ragno, Claudia Pandolfi, Vinicio Marchioni, Monica Bellucci, Diego Ribon, Max Tortora, Emanuela Fanelli, Gabriel Montesi, Sara Serraiocco.
Un film dal cast sterminato che affronta tematiche assai vicine a quello che stiamo vivendo in questi mesi di clima secco e scarsità di precipitazioni, soprattutto al nord Italia, rendendo particolarmente efficace quella sensazione di clima pre-catastrofe che serpeggia nella storia narrata, pur affievolita da numerose note di colore che caratterizzano le varie vicende trattate.
Nella Roma di un vicinissimo futuro, si celebra il 367esimo giorno senza precipitazioni, e la situazione si avvia a divenire sempre più critica. Il Tevere completamente prosciugato, un razionamento sempre più problematico, le vie cittadine invase da scarafaggi e l’acqua da bere arrivata a costare 10 euro a bottiglietta.
Da questa problematica di partenza si dipanano alcune storie che si intrecciano tra di loro e che vedono rappresentata un’ umanità già alle prese con stili di vita ed abitudini compromesse da atteggiamenti e costumi non proprio cristallini e ora impegnata ad affrontare un’altra emergenza che non fa che accentuare l’attitudine ad assumere un comportamento borderline o al limite dell’illecito.
Si comincia da una coppia borghese in crisi (Claudia Pandolfi e Vinicio Marchioni) che investe un ragazzo che poi fugge via, fino a spostarci nel reparto di medicina ove opera la guidatrice, dal cui pronto soccorso stanno pervenendo casi di un malessere diffuso che porta ad uno stato larvale coloro che ne vengono colpiti.
Nel frattempo seguiamo altre vicende. Tra le altre, le vicissitudini di un tassista (un Valerio Mastandrea in stato di grazia) che inizia a soffrire dei postumi di questo malessere, ma patisce già di suo il calvario di una situazione familiare allo sfascio, acuita dalla voce della coscienza che si materializza nella presenza dei genitori scomparsi (Gianni Di Gregorio e Paola Tiziana Cruciani).
Intanto uno zelante galeotto (Silvio Orlando), impegnato a Rebibbia in molteplici attività, viene erroneamente portato fuori carcere dal furgone che si occupa del cambio lenzuola e per questo vive una mezza giornata in libertà tra i quartieri romani allo sbando.
Intanto una coppia di sposini (Sara Serraiocco e Gabriel Montesi) festeggia il nuovo lavoro del capofamiglia come guardia del corpo di una potente famiglia che gestisce lo sfruttamento delle acque di un complesso termale. la Struttura in realtà non utilizza una fonte propria, bensì acque sottratte al pubblico consumo. In una notte folle si consuma inoltre una storia di ordinaria follia tra il ragazzo e la titubante ed ingenua figlia del manager (Emanuela Fanelli, la migliore assieme a Mastandrea).
Intanto un luminare del risparmio energetico (Diego Ribon), chiamato a partecipare ad un talk show in prima serata, si intrattiene con un’avvenente attrice (Monica Bellucci) che lo invita nel suo lussuoso appartamento, ove l’uomo contravverrà a tutti i principi precedentemente enunciati.
Concepito nello script in epoca di piena pandemia (in un clima particolarmente predisposto a fornire spunti di tipo catastrofico), Siccità è il frutto di una scrittura a più mani che vede coinvolti, oltre al regista Paolo Virzì, anche Francesca Archibugi, Francesco Piccolo e Paolo Giordano.
Il film cerca di intrecciare vicende di ordinaria emergenza (e consueto arrangiarsi negli espedienti), che coinvolgono una serie di individui alle prese con il proprio mal di vivere e con gli egoismi e le esasperazioni che hanno trasformato il loro (soprav)vivere in un appuntamento continuo, con il compromesso e la problematica della mancanza d’acqua, destabilizzante nel fisico come nella psiche.
Nonostante la validità del cast, e la buona riuscita di alcuni tra gli episodi portanti, il film soffre un po’ di disomogeneità. Alcune tra le vicende appaiono troppo scollegate tra di loro, senza che lo stuolo di validi sceneggiatori sopra nominati sia riuscito a conferire la necessaria fluidità di narrazione ad un film corale tristemente profetico, e quindi coerentemente inquietante, ma non perfettamente coordinato.
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