Regia di Tobe Hooper vedi scheda film
Scritto e diretto da Tobe Hooper che prende spunto dal famoso romanzo L'Incendiaria (1980) di Stephen King per riproporre il tema della pirocinesi, ovvero la capacità paranormale di controllare il fuoco e generare incendi con la forza della mente, che già stava alla base del film Fenomeni Paranormali Incontrollabili (1984). Ancora una volta il tutto parte da esperimenti militari, questa volta nucleari, condotti su una coppia che aderisce a fungere da cavia. Come in King la coppia finisce per avere un bambino che, da adulto, sarà dotato di poteri pirocinetici. Chi ha finanziato e voluto il progetto maschera il tutto come controindicazione non voluta né preventivata derivante dall'esperimento, la realtà invece è diversa. I militari hanno deliberatamente creato un'arma umana di portata devastante, il c.d. "Uomo Nucleare". Un essere capace di far prendere fuoco a chi lui vuole con la semplice forza della mente. Una trovata, come abbiamo già anticipato, rubata da Hooper da King e da altri autori sci-fi.
La pellicola ha un inizio interessante, ambientato a fine anni '50 poi si passa ai giorni odierni e la sceneggiatura cade nel dejà vù continuo. Abbiamo il classico protagonista (Dourif) che non capisce cosa gli stia succedendo e a cui tutti hanno mentito, ivi compreso il patrigno (guarda caso uno dei capi del progetto a cui avevano aderito i genitori, aspetto questo che costituisce un classico per il genere) che lo ha cresciuto non tanto per amore ma per uno spirito scientifico che si avvicina più al delirio di onnipotenza che all'intento volto al progresso dell'umanitò. Così viene nascosta all'uomo l'identità dei genitori, il fatto che avevano aderito a un esperimento e soprattutto nulla gli viene riferito circa le cause della morte degli stessi, deceduti per autocombustione umana. Il poveretto inizierà così a indagare, ribellandosi ai voleri dei suoi creatori. Hooper, purtroppo, non riesce a dare il ritmo giusto, ma soprattutto si fa prendere la mano per le trovate da Z-Movie, interessandosi più al ricorso dell'effettaccio piuttosto che alla caratterizzazione della storia e agli sviluppi necessari a vivacizzarla. In altre parole non ci si discosta molto dal soggetto embrionale, ne consegue una storia un po' troppo povera. Così vediamo il protagonista perdere delle fiammate da un foro che ha su un braccio come se fosse un motore automobilistico che vomita fiammate dagli scarichi. La cosa avviene come reazione ai suoi sbalzi di umore, altre volte invece avviene senza che ve ne sia un motivo preciso. Non si capisce bene neppure perché subisca certe conseguenze in età adulta senza aver avuto precedenti avvisaglie. Lo script va poi avanti senza colpi a sorpresa, con pochissima verve e snodi tra il telefonato e il piatto. Inevitabile allora che giunga la noia per nulla spodestata dai momenti trash che, di tanto in tanto, irrompono con queste fiammate che si liberano dal corpo del protagonista come se fosse una torcia umana. Hooper prova a introdurre un messaggio denuclearizzato, di denuncia all'energia nucleare e al cattivo utilizzo della stessa, ma alla fine tira fuori un polpettone di serie zeta che diviene più un revenge movie che altro. Finale trashissimo e incongruente col sacrificio del protagonista, in favore dell'amata avvolta dalle fiamme (perché anche lei è vittima del progetto) ma poi liberata dalle stesse senza che se ne capisca la ragione e soprattutto senza aver subito le conseguenze che sarebbe stato lecito attendere. Bruttino, più horror che sci-fi come dimostra il corpo deturpato finale di Dourif ormai consumato dal calore dallo stesso generato.
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