Regia di Pupi Avati vedi scheda film
VOTO : 6,5.
Uno dei film minori di Avati, almeno per i consensi del pubblico non proprio sfavillanti, ma sicuramente rimane un prodotto egregio, confezionato con estrema cura per il contorno del tempo storico e dei luoghi, e completato da una sana passione.
La passione per la sua terra, e non solo (la dedica è tutta per la madre morta poco prima delle riprese), è ben marcata e poi è, come sempre, abile nel racconto, dove risulta immediato nell’approccio, ma mai superficiale come spesso accade quando si parla del nostro cinema.
Le storie, e con loro i personaggi, si accavallano con leggerezza e delicatezza, denotando un senso di nostalgia per un universo ricavato dai racconti della madre e del tempo che fu.
Molto equilibrato nello svolgimento, non è certo un film che spicca per enfasi, ma ad Avati va riconosciuta una buona abilità nel saper trattare storie semplici senza renderle eccessivamente stereotipate.
Complessivamente è un film discreto, con un suo tessuto narrativo molto sentito, ma non abbastanza travolgente o con connotazioni in grado di renderlo un prodotto universale.
Ma, in questo caso, questa peculiarità potrebbe essere anche valutata come un merito in più.
Senza dubbio da riscoprire dato che, nella sterminata filmografia di Pupi, non è certo uno tra i film più richiamati e popolari.
Discreto.
VOTO : 6,5.
Bravo a curare il contesto e nel rendere pregevole la storia.
Niente di straordinario comunque, anche lui ha fatto di meglio.
VOTO : 6,5.
Interpretazione interessante, esce dai canoni classici delle attrici, ed infatti non ha tante occasioni.
Da riscoprire.
VOTO : 6,5.
Bravo, prova di mestiere, me mantenendosi naturale.
VOTO : 6++.
Interpretazione lontana dalla tipologia che in coppia con Avati gli ha portato consensi importanti, ma non per questo disprezzabile, anzi.
VOTO : 6++.
Caratterizzazione riuscita.
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