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La via degli angeli

Regia di Pupi Avati vedi scheda film

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La recensione su La via degli angeli

di degoffro
8 stelle

Il piacere di raccontare di Pupi Avati si fa sempre più raffinato, intenso ed emozionante. Continuando nel suo viaggio all'interno della memoria familiare, il regista bolognese si ispira ai ricordi e alle rievocazioni della mamma Ines, a cui il film è dedicato, e narra la storia di una ragazza, Ines appunto, in vacanza a Sasso Marconi, pronta a partecipare ad un rito atteso da tutti gli scapoli, giovani e meno giovani, del circondario: in una balera della zona viene organizzata una festa danzante in cui si può presentare chiunque è in cerca dell'anima gemella. Per partecipare bisogna iscriversi: l'organizzazione poi fornirà il viaggio, un bagno caldo, il barbiere ed il profumo. Nostalgia, romanticismo, tradizioni, affetti fanno di questo film il seguito ideale di "Una gita scolastica". Avati riempie la sua storia di molteplici personaggi, tutti riusciti, descrive la realtà dell'appennino emiliano con una sensibilità ed un'eleganza rari, si mostra un direttore d'attori magnifico, regalando ad un cast ispirato e affiatato ruoli davvero convincenti. Nel cuore dello spettatore entrano soprattutto i personaggi di Gianni Cavina, in una delle sue prove migliori, nei panni del fratello di Loris, il titolare della balera, colui che percorre in lungo ed in largo l'Appennino per prendere le iscrizioni, pretesto narrativo per dipingere una galleria indimenticabile di volti e personaggi che popolano zone poco conosciute dell'Italia, un'umanità lontana e contadina, semplice e genuina; il dottore interpretato da Carlo Delle Piane, abbandonato diversi anni prima dalla moglie ed ora convinto dal fratello di Loris che la reincontrerà alla balera e per questo evento, nell'illusione di ricominciare una vita insieme con l'unica donna da lui amata, recupera da parenti e vicini tutti i mobili e gli oggetti che arredavano la sua casa all'epoca del matrimonio e di cui si era poi liberato per il dolore e per cercare di dimenticare il passato. Molto accattivante il personaggio di Enrichetta (una sensibile e tenera Eliana Miglio), giovane di umili origini, rimasta vedova di un uomo molto ricco e grande amica della protagonista Ines (una brava e convincente Valentina Cervi, in una delle sue prove più mature): l'amicizia disinteressata e sincera che si stabilisce tra le due donne dona quel tocco di dolcezza in più al film, regalando momenti di autentica commozione. In un cast ricco e variegato spiccano anche le prove di Chiara Muti e Cinzia Mascolo, nonché la presenza delle televisive Chiara Sani e Paola Saluzzi. Tra le situazioni più divertenti e spassose da ricordare la sequenza in cui uomini di ogni ceto, regione ed età chiedono il permesso di portare a ballare le cugine della protagonista, che, terrorizzate, osservano dalla finestra nella speranza che le rispettive mamme facciano le scelte giuste, evitando loro sgraditi e poco piacevoli incontri. Un affresco puro, personale, significativo e toccante di un'Italia viva e ricca di ricordi e di emozioni, anche se ormai remota e quasi dimenticata.
Voto: 7+

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