Siamo nell’Italia rurale degli anni del fascismo, quando l’arrivo della primavera sull’Appennino bolognese era un evento. Il primo sabato della stagione si aprivano le danze a Castel del Vescovo, nella balera di Edgardo Osti: a partire dal quel giorno, uomini e donne iniziavano a sognare l’incontro della loro vita. Anche Ines si reca lì, nella speranza di trovare colui che potrebbe cambiarle per sempre l’esistenza. La ragazza si innamora del figlio di un antiquario...
Note
Con la consueta perizia e con i tratti inconfondibili del suo gusto per la narrazione, Avati affabula, evoca, inventa, incornicia i ricordi suoi e altrui, ascolta le voci perdute nel tempo.
Bello,nello stile di Pupi Avati,con ottimi attori e una buona fotografia. Due ore che scorrono piacevolmente come una bibita fresca in un'afosa giornata estiva.
Facce giuste e ritratti ben definiti (perfetta Valentina Cervi, sfolgorante Gianni Cavina) in uno dei film più personali e solidi di Avati. Racconto poetico, dolce e malinconico di un'Italia lontanissima, ingenua e teneramente meschina.
La caratteristica forse più strana di questo romanzetto popolare 'alla Avati', intriso di nostalgia e 'senso della provincia', della piccola quotidianità e degli affanni e delle gioie del borgo, è la durata: due ore di lunghezza vanno oltre lo standard solitamente contenuto del regista bolognese. C'è da dire ad ogni modo che personaggi e situazioni non scarseggiano,… leggi tutto
Il piacere di raccontare di Pupi Avati si fa sempre più raffinato, intenso ed emozionante. Continuando nel suo viaggio all'interno della memoria familiare, il regista bolognese si ispira ai ricordi e alle rievocazioni della mamma Ines, a cui il film è dedicato, e narra la storia di una ragazza, Ines appunto, in vacanza a Sasso Marconi, pronta a partecipare ad un rito atteso da tutti gli… leggi tutto
Se quello contro cui insorsero i giovani turchi della Nouvelle Vague venne definito «cinema di papà», questo di Pupi Avati è classificabile quanto meno come cinema di mammà. Chi ebbe a criticare le sdolcinature di Una gita scolastica, alla luce di La via degli angeli rialzerebbe le quotazioni del film del 1983. Pare che effettivamente la vicenda narrata nel film… leggi tutto
Se quello contro cui insorsero i giovani turchi della Nouvelle Vague venne definito «cinema di papà», questo di Pupi Avati è classificabile quanto meno come cinema di mammà. Chi ebbe a criticare le sdolcinature di Una gita scolastica, alla luce di La via degli angeli rialzerebbe le quotazioni del film del 1983. Pare che effettivamente la vicenda narrata nel film…
Un film del migliore Pupi Avati. Molto ispirato, prende a piene mani dal passato e da vicende (forse) reali. Diverse storie che si intrecciano e persone che vado a "rubare" un sogno. Quello delle persone che dalla campagna andavano nel paese per trovare moglie (viste le distanze) è tipico del periodo, ma Pupi Avati sa rendere benissimo questa nostalgia e quei piccoli aneddoti e quadretti…
Avati mostra un buon gusto, come sempre, per la narrazione. Ha la capacità di creare l'atmosfera, il contesto ed in qualche modo la magia affabulatoria, non è capacità che hanno tutti e gli va riconosciuta. Di contro però la storia non decolla mai, sembra incartarsi su se stessa e mostra anche qualche forzatura narrativa, il finale ne è l'esempio più…
Il ritratto Avatiano della romagna degli anni '30 funziona ancora una volta. Oltre che della regia, il merito è di attori ispiratissimi, della fotografia, della musica e dell'ambientazione. Il perno della storia qui è una festa di ballo attorno alla quale s'intrecciano le varie vicende, tutte interessanti ed a volte toccanti.
Chissà come, mi è venuta l'idea di fare una playlist che raccolga i film che presentano una trama ambientata nel passato (rispetto all'epoca del film) con toni nostalgici. Queste pellicole possono narrare sia eventi…
Il cinema preso dall'album di famiglia stile Pupi Avati, se non erro la storia si riferisce alla nonna del regista, speriamo che le sue storie familiari rimangono in famiglia, si conservino i buoni ricordi, ma solo nello stretto nucleo privato. A parte la storia in sé stessa, diciamo che il gusto del racconto c'è tutto e curatissima è la direzione degli attori,…
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Commenti (5) vedi tutti
Interessante, poetico e toccante.
leggi la recensione completa di Carlo CerutiBello,nello stile di Pupi Avati,con ottimi attori e una buona fotografia. Due ore che scorrono piacevolmente come una bibita fresca in un'afosa giornata estiva.
commento di galavernaFacce giuste e ritratti ben definiti (perfetta Valentina Cervi, sfolgorante Gianni Cavina) in uno dei film più personali e solidi di Avati. Racconto poetico, dolce e malinconico di un'Italia lontanissima, ingenua e teneramente meschina.
commento di ondecortePupi cita se stesso e replica le atmosfere di Una gita scolastica, realizzando uno dei suoi film più belli, intensi e poetici. Piccolo capolavoro .
commento di zederfilmBello.
commento di Totoro