Regia di Krzysztof Kieslowski vedi scheda film
Krzysztof Kieslowski è uno degli autori più importanti della Storia del Cinema mondiale.Un nome di punta per ogni cinefilo e per il cinema in generale.Prima della geniale trilogia dei colori della bandiera francese,Kieslowski realizzò,tra il 1988-89,una serie di 10 meravigliosi film,appunto "Decalogo",ispirati ai 10 comandamenti.O meglio,alla trasgressione dei dieci comandamenti.Perchè in questo primo capitolo del "Decalogo" kieslowskiano è la trasgressione del primo comandamento a dare il via alla vicenda."Io sono il Signore dio tuo.Non avrai altro Dio al di fuori di me".Quando l'uomo,ateo e profondamente anticlericale manco fosse Bunuel,sostituisce il Signore dio suo con un oggetto creato dall'Uomo,questi interviene.Kieslowski è mistico e profondo,in questa parabola.C'è un lago ghiacciato e un paio di pattini.C'è il grigiore del mondo davanti a una Polonia gelata.C'è un arma che non è nè auto-referenziale,nè utile.Torna e ritorna su un discorsetto unitario,il genio polacco,con la malinconica armonia di sguardi alla Truffaut che delinea due ominidi(perchè questo sono) che alle domande spudorate di un ragazzino non sanno e non possono rispondere.Il Destino è contro di noi,se lo si sfida.C'è un Dio?Chi siamo?Dove andiamo?Da dove veniamo?Kieslowski s'interroga abilmente su questo.Krzysztof è un professore universitario che, separato dalla moglie, cresce suo figlio da solo,con l'ausilio della sorella,alla quale il bambino fa le stesse domande sulla cita che fa al padre,per sentire una campana opposta.Essendo ateo ed avendo una grande passione per il computer,cerca di calcolare ogni minimo battito di ciglia con il pc.Decide di farlo anche quando il figlio Pawel,decide di andare a pattinare.Il padre,comincia a calcolare la pericolosità della situazione tramite il suo computer.Ma la tragedia è incombente.Delineando la figura di un uomo sicuro delle sue idee,Kielslowski fa si che l'uomo non si accorga della morte del figlio,nonostante i segnali premonitori sparsi per tutto il film,e solo quando lo vede morto,capisce.Pieno di simbologie(tra cui i liquidi),il film è uno dei migliori del "Decalogo" ed è probabilmento il massimo esperimento filologico raggiunto da un regista così (poco) tradizionalista.Eclettica e illuminante l'ultima scena:Il padre distrugge un altarino innalzato alla Madonna e come liquido(ancora) v'è un'immagine della stessa che piange.Tra silenzi che valgono più di seimila parole,dialoghi saturi e bravura armonica senza precedenti,Kieslowski realizza un potente inno all'imprevedibilità della vita e al non abusare di quella che i greci chiamavano ubris,la superbia.Oltre ad essere un regista infallibile,Kieslowski si dimostra un eccezionale sceneggiatore.Oltre che un poeta.
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