Regia di Esodo Pratelli vedi scheda film
Un marchese filosofo sostiene che il denaro, nella vita, non conti nulla, anzi la complichi. Un povero falegname considera l'ipotesi di lasciare il lavoro per seguire le teorie del marchese, ma si infila in un mare di guai.
Esodo Pratelli fu un pittore piuttosto famoso durante il fascismo; negli anni Quaranta si dedicò al cinema e diresse qualche titolo di non particolare interesse. Fra essi spicca quantomeno A che servono questi quattrini?; e spicca per la presenza sullo schermo dei fratelli De Filippo, già interpreti sulle assi del palco dell'omonima commedia di Armando Curcio, affiancati nell'occasione da Paolo Stoppa, Clelia Matania, Nerio Bernardi, Augusto Di Giovanni. La trasposizione cinematografica è ben assestata: la sceneggiatura firmata dal regista stesso insieme a Mario Massa è rimaneggiata quanto basta per il grande schermo e, naturalmente, i protagonisti sono affiatati e convincenti; non sarà un titolo memorabile nella storia del cinema nostrano e neppure per Eduardo e Peppino, ma A che servono questi quattrini? è comunque una pellicola gradevole per una visione priva di complicazioni. La filosofia 'povera' (di poco spirito, terrena, ma indubbiamente valida) che sta dietro al testo e la serie di equivoci e complicazioni che costituiscono la parte più solida del nucleo narrativo sono il plusvalore della commedia. 4/10.
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