Regia di Dino Risi vedi scheda film
Dalla seconda metà degli anni '70 Dino Risi ha proposto delle chiavi di lettura più dark: già con Profumo di donna, intraprende un'analisi drammatica ed intima circa le debolezze di un personaggio, solo superficialmente feroce, con La stanza del vescovo mitiga molto bene uno sviluppo quasi da giallo con qualche (abbondante) concessione alla commedia sexy, per cui non lesina scene di nudo, infine con Fantasma d'amore toccherà, sebbene in modo non sempre incisivo, un contesto da noir velato di mistero. Con Anima persa, sempre tratto da un romanzo di Giovanni Arpino (autore anche del libro da cui è tratto Profumo di donna), Risi sposta l'ambientazione da Torino ad una spettrale e livida Venezia: palazzi decadenti, grigi canali fanno da sfondo e pressochè annullano la soleggiata località turistica lagunare, sottolineandone invece degli aspetti lugubri, definita dal personaggio di Gassman come "una vecchia signora dall'alito cattivo". La vicenda è vista con gli occhi ingenui del giovane Tino, che si appoggia ai benestanti zii per studiare presso l'accademia di Venezia, ma che, passo dopo passo, si troverà di fronte ad una realtà inaspettata e sconvolgente.
Gigantesca l'interpretazione di Gassman, feroce ed autoritario ingegnere che si scopre in un doppio ruolo (uno inflessibile e spigoloso, l'altro istrionico e folle) tormentato da delle colpe del passato, capace di intimidire i familiari e persino lo spettatore.
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