Regia di Dino Risi vedi scheda film
Di per sè la storia del gemello malvagio non è nulla di innovativo; in questo film scatena invece una serie di situazioni fra l'inquietante e l'intrigante, suscitando una buona dose di tensione. Gassman e Risi, sempre a buoni livelli, si cimentano nel drammatico e ne viene fuori un buon prodotto, peraltro il secondo di fila tratto da un romanzo di Arpino (Profumo di donna rimane però il più celebre dei due lavori). In particolare a suo agio Gassman, ben disposto in un ruolo (presunto) duplice che alterna il savio ed il folle, il composto e lo sbracato, il buono ed il cattivo - sicuramente il personaggio meglio definito dell'intero film.
Un ragazzo, aspirante pittore, si trasferisce a Venezia in casa dello zio. Dalla soffitta provengono strani rumori e grida: è il fratello matto dello zio. Secondo il quale è rinchiuso a causa della sua follia; secondo la giovane zia è stato invece segregato dopo aver tentato di violentare la figlioletta di lei ed averne accidentalmente causato la morte. Ma il matto e la bambina morta non esistono: in realtà sono lo zio (impazzito d'amore per la moglie quando era ancora ragazzina) e la moglie (ormai adulta e quindi morta la bambina in lei).
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