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Tides

Regia di Tim Fehlbaum vedi scheda film

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La recensione su Tides

di mck
8 stelle

Un bell’esempio di onesta fantascienza “veridica”.

 

Nora Arnezeder

Tides (2021): Nora Arnezeder

 

“Film tedesco di fantascienza costiera con Tide/Flut/Marea nel titolo”, e (più o meno) seduta stante viene in mente lo sterile, incompiuto e pretenzioso “We Are the Tide / Wir Sind die Flut / Noi Siamo la Marea” di Sebastian Hilger. E invece no: “Tides” (conosciuto anche col titolo anglo-internazionale di "the Colony"), di produzione svizzero-germanica (con lo zampino d’appoggio/sostegno di Roland Emmerich), è un buon film: opera terza di Tim Fehlbaum (classe 1982), regista di Basilea con percorso di studi a Monaco (ed è sùbito “Die Zweite Heimat”, o quasi), che arriva dopo l’horror post-apocalittico “Hell” (di dieci anni prima) mantenendo il dopo-armageddon come sotto-genere, ma sostituendo quello principale con la SF, portando “WaterWorld” di Costner/Reynolds a contatto con "Morgenrøde" e col “Mondo 9” del bocconiano Dario Tonani: a cavallo fra XXII e XXIII secolo i pronipoti dei privilegiati Musk, Bezos & Branson, che scapparono dall’ultimo meriggio della Terra prima della calata delle tenebre (e a spenger le luci furon proprio loro: estinzione delle piante verdi superiori, scarsità di ossigeno, alti livelli di anidride carbonica e gas serra, inquinamento, sterilità animale e umana) rifugiandosi s’uno degli esopianeti di tipo terrestre scoperti, nominati e mappati dal Kepler Space Telescope della NASA due secoli prima (e rivelatosi un bel po’ troppo arido e martellato dalle pesanti radiazioni cancerogene e mutagene prodotte dai raggi cosmici ad alta energia non fermati dall’atmosfera locale troppo rarefatta, e a causa di ciò inospitale alla vita su larga scala e a lungo termine), si sacrificano tornando a baita: il primo nostos della missione Ulysses termina col silenzio radio e il probabile naufragio della navicella, così adesso tocca ai tre componenti l’equipaggio della Ulysses II (invero col design e l’architettura ingegneristica un po’ troppo rétro) scoprire se la Terra è di nuovo in grado di sostenere la vita umana. E questo è il prologo, immediatamente dopo il quale veniamo a scoprire che l’atmosfera non solo è respirabile, ma contiene il giusto livello di ossigeno (certamente grazie agli oceani), e che lungo la battigia s’accalcano i limulidi (gli artropodi chelicerati merostomati xifosuri dal sangue trasparente che a contatto con l’aria assume una colorazione blu-azzurrina a causa dell’ossidazione della - nomen omen - emocianina) in fregola (rivelazione cui seguirà conferma con l’epifania di un ritrovato “secondo” menarca). Poi il film prosegue, spinto da questo abbrivio, per un’ora e mezza, attraversando vari topoi della SF più mainstream, senza però, mai, banalizzarli né abusandone, e giungendo al termine mantenendo un buon ritmo.

 

 

La sceneggiatura è opera dello stesso regista in coppia con Mariko Minoguchi (autrice nippo-teutonica che un paio d’anni prima aveva già esordito con un proprio lungometraggio da lei scritto e diretto, “Mein Ende, Dein Anfang”, sempre in zona SF) e la collaborazione di Jo Rogers e Tim Trachte.

 

scena

Tides (2021): scena


La squadra tecnico-artistica è la stessa già collaudata un decennio prima per “Hell”: fotografia del mikecahilliano Markus Förderer, montaggio di Andreas Menn e musiche di Lorenz Dangel.

 

Nora Arnezeder

Tides (2021): Nora Arnezeder

Nora Arnezeder

Tides (2021): Nora Arnezeder


Il buon cast è composto dalla protagonista Nora Arnezeder e da Iain Glen (il Jorah “Mai una Gioia” Mormont di “Game of Thrones”), Sope Dirisu (“His House”), Joel Basman, Sebastian Roché, Sarah-Sofie Boussnina e Bella Bading.

 

Iain Glen

Tides (2021): Iain Glen

Sope Dirisu

Tides (2021): Sope Dirisu

 

Molto belli e ben utilizzati, contestualizzando il tutto al budget a disposizione, gli effetti speciali, tanto quelli meccanici quanto quelli digitali (con inserti dipinti e rotoscopizzati).

 

scena

Tides (2021): scena

 

Il piano mesolitorale del mare dei Wadden, un capolavoro di brulicante biodiversità (anche se dal film, ovviamente, ciò non può trasparire) di madre natura, interpreta il luogo di atterraggio/ammaraggio (ovunque sia, sulla Terra, circoscrivendo le possibilità in base all'areale di distribuzione delle specie di limulo: coste del centro/nord america e asiatiche), assieme alle miniere a cielo aperto di lignite di Welzow, nella Germania orientale, fra Berlino e Dresda e i confini di Polonia e Cechia. 

 

Nora Arnezeder

Tides (2021): Nora Arnezeder

 

Un bell’esemplare di onesta fantascienza “veridica” come lo sono, ad esempio, fra le opere recenti, “Europa Report” (Sebastian Cordero e Philip Gelatt, 2013) e “Prospect” (Chris Caldwell e Zeek Earl, 2018).


* * * ½ (¾)       

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