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What Do We See When We Look at the Sky?

Regia di Aleksandre Koberidze vedi scheda film

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La recensione su What Do We See When We Look at the Sky?

di alan smithee
7 stelle

locandina

What Do We See When We Look at the Sky? (2021): locandina

MUBI

"Certe cose accadono raramente....ma accadono".

In What do we see when we look at the sky? del regista georgiano Alexandre Koberidze, già apprezzato al 35° TFF nella sezione Onde con l'altrettanto titolo pittoresco Let the summer never come again, abbiamo la conferma che le favole possono valicare il confine sottile tra il mondo della fantasia e quello della realtà.

L'incontro, anzi lo scontro ripetuto al centro di una piazza della città di Kutaisi, tra due giovani, Lisa e Giorgi, che si urtano, si confondono, si riurtano, si piacciono e, nel rincontrarsi nel medesimo posto la sera, si concedono un appuntamento in un bar il giorno successivo senza scambiarsi né nome né numero di telefono, è l'escamotage narrativo, brillante e ben gestito, che permette al bravissimo regista di raccontarci le storie dei due giovani, e del maleficio che impedisce loro di potersi rincontrare.

Più che guardare il cielo, Koberidze spia dal cielo e da lontano i due giovani, e la voce narrante onnipresente ci aiuta a comprendere i dettagli di quell'incontro fatidico, e delle mille difficoltà che entrambi affrontano per riuscire a ritrovarsi.

Il regista cerca di riprendere inizialmente i contorni, i dettagli di ciò che sta fuori alla storia, sia esso un uccellino, piuttosto che un cane che attraversa la strada, piuttosto che gli alunni che si attardano all'uscita da scuola.

Poi si concentra sulla magistrale scena del primo incontro-scontro, in cui i due protagonisti sono ripresi solo dalla caviglia in giù, quasi ad esaltare il pasticcio che l'emozione li induce a compiere nel cercare di presentarsi goffamente l'uno all'altro.

Il tono del regista è gioviale e pacato, e l'approccio con la a storia viene coscientemente affrontato prendendosi tutto il tempo necessario per contestualizzare i tempi.

Giorgi Ambroladze, Oliko Barbakadze

What Do We See When We Look at the Sky? (2021): Giorgi Ambroladze, Oliko Barbakadze

E a proposito di tempi, sembrano i giorni nostri ma, come per magia, ci ritroviamo ad un certo punto nella "magica" estate del 1990, quella del mondiale italiano scandito dalla celebre hit di Bennato/Nannini "Un'estate italiana", ma più noto come Notti magiche, nel momento in cui la favorita Argentina si apprestava ad incorrere in una sconfitta contro la inesorabile Germania Ovest.

E poi c'è il cinema, quello che si gira nel film-nel-film- che sfiora, e poi coinvolge i due pseudo-amanti allontananti dalla sorte avversa, e che permette finalmente il miracolo del riavvicinamento.

Il cinema è esso stesso magia, per cui non servono toni sensazionalisti quando la nostra simpatica protagonista utilizza quattro privilegiati interlocutori per ricevere altrettanti consigli che possano aiutarla a risolvere il suo cruccio.

Koberidze ci spiazza per la sicurezza con cui procede nel suo racconto tutto sprazzi e gustose divagazioni, durante due ore e mezza in cui la voce narrante ci rende partecipi addirittura di un incantesimo, che si riesce a compiere grazie all'intervento attivo (se così si può definire la chiusura delle palpebre) dello spettatore stesso.

Ani Karseladze

What Do We See When We Look at the Sky? (2021): Ani Karseladze

Giorgi Bochorishvili

What Do We See When We Look at the Sky? (2021): Giorgi Bochorishvili

Il balletto dei due giovani amanti, belli senza essere necessariamente travolgenti, simpatici senza per questo dover far ridere a tutti i costi, sembra la summa di una commedia francese sui crucci d'amore che avremmo visto volentieri nella filmografia di Truffaut, incastonata in un contesto di giovialità alla Capra che riesce ad averla vinta sulle immancabili problematiche che la quotidianità ci mette dinanzi, sotto forma o meno di fatture o altre magiche diavolerie.

Il giochino, gradevole nonostante i tempi lunghi, riesce a mantenere l'atmosfera leggera ed incantata, anche correndo il rischio che il meccanismo diventi un po' fine a se stesso.

Ma questo intenso ed intelligente What do we see when we look at the sky?, co-finanziato anche da capitali tedeschi, e non certo a caso presentato in Concorso a Berlino 71, se forse non appare straordinario e travolgente come il film d'esordio sopra citato, senz'altro si presenta al pubblico di più semplice approccio.

Forte soprattutto della geniale intuizione di atmosfere e descrizione di stati d'animo, il bel film ci permette di inserire Koberidze tra i giovani registi più promettenti, ovvero tra quelli da tener d'occhio con estrema attenzione.

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