Regia di Maryam Moghadam, Behtash Sanaeeha vedi scheda film
CINEMA OLTRECONFINE
Non è certo un caso che, ad un certo momento, un uomo affabile e gentile si presenti nella vita tribolata ed afflitta della giovane vedova con bambina disabile a carico, ed inizi ad aiutarla, ad agevolarla,a trovarle una casa ove vivere dopo lo sfratto impostole in quanto donna senza più marito.
Ma cominciamo dal tragico inizio: la donna in questione porta la bambina in carcere a salutare il padre, su cui pende una condanna a morte per un omicidio del quale è accusato l'uomo, che tuttavia si proclama da subito innocente e vittima di un errore giudiziario. L'uomo verrà giustiziato, ed un anno dopo, per una tetra ironia della sorte, si scoprirà che egli era innocente, avendo il vero colpevole confessato le sue responsabilità.
Distrutta, afflitta anche materialmente da una società che la tratta alla stregua di una poco di buono, la donna viene indotta dalla famiglia del marito giustiziato, a sposare il fratello di lui.
Ma lei si oppone e decide di mantenersi da sola, come può e nei termini che una vergognosa sperequazione sociale nei suoi confronti le permette.
Ecco che arriva allora l'angelo della provvidenza, che poi è colui che ha tutti i motivi di coscienza per intervenire e salvarsi da in rimorso che lo lacera in modo più doloroso che una ferita mortale sul corpo.
Parla di sperequazioni, di ingiustizie, di crisi di coscienza questo bel film diretto a quattro mani da Maryam Moghadam, anche interprete protagonista femminile moto intensa e credibile, e da Behtash Sanaeeha.
Una vicenda che tocca ed emoziona, in una ricerca affannata di salvarsi da prevaricazioni ed ingiustizie da una parte, e di lavarsi la coscienza dall'altra. Una coscienza che anela al candore di un latte di un bianco inquietante come appare nel sogno/incubo ricorrente della vacca in mezzo al cemento del cortile di quel carcere ove si commina la morte dinanzi ad un giudizio tutto umano e completamente soggetto ad errori e vizi di valutazione.
Un latte dal bianco accecante che viene offerto a quell'angolo spuntato dal nulla in una scena dai toni evocativi che richiamano la famosa scena hitchcockiana de Il sospetto, ma con altri fini e presupposti.
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