Regia di Radu Jude vedi scheda film
Oggetto filmico sorprendente, dissacrante e liberatorio, Cinema per menti aperte e che affonda a piene mani nell'ipocrisia occidentale, compresa quella rumena che, ormai, non ha più niente dei famosi "paesi dell'est" ma si è uniformata al più becero dei modelli in cui noi poveri stronzi ci dibattiamo da anni. La storia è semplice: una stimata professoressa di un'esclusiva scuola di Bucarest, gira un filmato porno con il marito, che finisce su PornHub, creando, come prevedibile, grande scalpore. Da qui la Santa Inquisizione perbenista celebra un processo alla stessa, che si risolverà in tre finali distinti, di cui l'ultimo sarà il più folle e il più giusto. Da questo canovaccio, Radu Jude, uno dei migliori registi di una scena cinematografica, quella rumena, in grandissimo fermento da anni, osa fin dalle prime battute, proponendo, senza alcuna censura, il filmato porno in questione, e seguendo la protagonista mentre si reca all'appuntamento a scuola, al tribunale dei genitori. Così facendo, trova un espediente eccezionale per mostrarci l'orrore, la prevaricazione, l'oscenità, a cui siamo sottoposti tutti i giorni, mentre attraversiamo le nostre città: violenza, traffico, rabbia, volgarità a iosa, bombardamenti di pubblicità ammiccanti, frastuono. Da buon documentarista, a lui non interessa realmente cosa farà la protagonista nella giornata, ma libera la sua telecamera su quello che le gira intorno, facendoci riflettere su cosa è davvero osceno: il filmato, privato, di un uomo e una donna che fanno l'amore o ciò che incessantemente ci circonda? La parte centrale del film è invece una specie di vobabolario visivo che in maniera divertente (ma molto istruttiva) prova a dare significato a parole comuni, collegandole certo alla realtà della Romania di oggi, ma, ripeto, non troppo distante dalla nostra. Un altro espediente geniale. L'ultimo segmento è il processo, dove cadono molte maschere (o mascherine, visto che siamo ancora in piena pandemia), dove la società "per bene" rumena giudica "da buoni borghesi" (cit.) la profesoressa, scadendo in razzismo, misoginia, ipocrisia, violenza e chi più ne ha più ne metta. Una cloaca umana che, come già scritto, terminerà in tre finali distinti. Un film grottesco, complesso, divertente e angosciante, liberissimo, punk, privo di qualunque ipocrisia. Qualcosa di completamente diverso. Orso d'oro a Berlino 2021, come sempre, fra i grandi festival, quello più coraggioso e alternativo. Da vedere.
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