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Sesso sfortunato o Follie porno

Regia di Radu Jude vedi scheda film

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La recensione su Sesso sfortunato o Follie porno

di Antisistema
9 stelle

Nonostante i meno 200 anni di dominazione romana, la lingua rumena a scapito delle molteplici invasioni e stanziamenti di popoli nel luogo in cui essa è sorta, discende dal latino, la cosa è chiaramente udibile all'ascolto con molteplici parole non molto dissimili da quelle nostrane, il che rende ancora più disdicevole l'utilizzo turpiloquente quanto degradante, fattane dall'attuale società rumena, dove insulti razzisti, xenofobi, anti-semiti, classisti e sessisti, sono all'ordine del giorno da parte di una popolazione, lasciatasi alle spalle la dittatura di Ceausescu da poco più di 30 anni, proiettandosi nella modernità del libero mercato capitalista, ma a livello mentale ancora ferma su posizioni barbare quanto retrograde, come costata l'insegnante di storia Emi (Katia Pascaru), alle prese con il suo giro di commissioni nelle vie della capitale Bucarest, immersa in una Romania alle prese con l'epidemia da Covid-19, il giorno prima della riunione genitori-insegnanti, dove si giudicherà la condotta della donna a seguito di un video trapelato online, dove si vede Emi fare sesso con il marito Eugen, il quale poi ha pubblicato il tutto su un sito privato, ma per loro sfortuna, esso viene successivamente pubblicato sui siti porno pubblici, venendo visto anche dai ragazzi della scuola nella quale, la donna insegna.
Sesso Sfortunato o Follie Porno di Radu Jude (2021), capolavoro di unica potenza nel panorama massificato pro-sistema odierno, sin dalla prima scena ci pone innanzi alle sue molteplici irriverenze, mostrando per quasi 5 minuti, un vero e proprio filmato porno, dove dal punto di vista del marito, entrambi i coniugi si danno alla pazza gioia sessuale, con tanto di effusioni spinte, pompini a gola profonda e penetrazione anale, con una gioia nell'atto che si riscontra in ben pochi film, dove il sesso solitamente nel cinema d'oltreoceano, sembra avere una connotazione morale negativa nei personaggi, come se esso non potesse essere fonte di gioia, cosa in cui il regista Rude Jude crede fermamente, costruendo un segmento iniziale filmico folle nel fregarsene di tutte le censure del sesso al cinema, mostrando nudi integrali maschili e femminili senza remore, mettendo tutto all'interno del campo della macchina da presa. Chiaramente lo spettatore più sessuofobico o con dei tabù personali in tale ambito (e rispettabili), potrebbe sentirsi a disagio, d'altronde niente più del porno ci mostra di cosa siamo fatti veramente, ma andando oltre si vedrà come tale innocente appagamento umano, venga condannato e giudicato negativamente dalla società, che pretende di condannare tale insegnante per un fatto esclusivamente privato, cercando di farla licenziare dalla scuola. In questa prima parte, la macchina da presa ci mostra Emi in giro per la città, tesa per la riunione del giorno successivo e frustrata dal vivere in una società iper-consumista, massificata e maschilista; Jude quindi ribalta la vitalità di inizio film, con la rigidità dei totali della macchina da presa, che si focalizza sulla donna in camminata, per poi spostare il focus dell'obiettivo, su un edificio, un cartellone pubblicitario o degli scontri verbali tra persone, condite da turpiloqui ed insulti di vario tipo, che avvengono nelle vicinanze dove passa Emi; viene da domandarsi innanzi a tutto questo, dell'importanza spropositata data ad un video porno trapelato online, quando la società rumena ha problemi di ben altra natura, molto più gravi, irrisolti da anni ed anni, poichè seppelliti sotto al tappeto, lontano da sguardi superficiali indiscreti.

 

Katia Pascariu

Sesso sfortunato o Follie porno (2021): Katia Pascariu


Radu Jadu sperimenta vari stili, passando dal POV tipico dei filmati porno, al cinema autoriale puro, sino ad andare sul linguaggio e repertorio documentaristico, mostrandoci nel secondo capitolo, una lunga divagazione semi-seria, di tutto ciò considerato tabù o comunque osceno dalla società; dall'umorismo per il distanziamento sociale in una danza tradizionale per via del Covid-19, alle minacce di licenziamento e cassa-integrazione da parte di un bieco padrone, passando per l'accostamento tra le due rivoluzioni (francese e rumena di fine anni 80') con la loro commercializzazione odierna, all'attualità drammatica della pandemia sino a considerazioni di natura sessuale, come la ripresa di una vagina o di una donna che fa un pompino.
L'obiettivo satirico è evidente, riannodando i fili dei due capitoli iniziali, nel terzo dove c'è il vero e proprio processo all'insegnante Emi da parte dell'assemblea genitori-insegnanti, dove si mostra nuovamente il video porno innanzi alla platea dei genitori, che con fare morboso si accalcano per vedere il filmato, con dei commenti sessisti e maschilisti di sottofondo; Jadu qui mostra delle notevoli doti di scrittura, per evitare di focalizzarsi sul mero caso in questione, facendo in realtà emergere la verità dietro le accuse rivolte alla donna, un mero pretesto da parte di alcuni genitori per sbarazzarsi di una insegnante scomoda, sia nello stile di insegnamento (il voto non è la cosa più importante nel giudicare un alunno) che argomentazioni inconfutabili usate nel demolire le loro teorie fasciste deliranti sulla storia rumena (l'esercito nella seconda guerra mondiale non ha commesso alcun crimine a detta di un tenente dell'esercito in pensione), nonchè sui complotti capital finanziari orchestrati dalla ditta sempre eterna Soros-Bill Gates, accompagnati da vari insulti anti-semiti ed anti-rom (approfittando di imbrogli e truffe per usufruire delle agevolazioni concesse a loro dallo stato, sul quale poi si scarica ogni accusa per coprirsi la coscienza), conditi da abbondanti commenti maschilisti e sessisti, così di uso comune, da non essere redarguiti da nessuno, neanche dalle donne, che accettano definizioni di "troia", "prostituta", "professoressa-porno" etc... come se tali epiteti fossero un qualcosa di assolutamente normale, oserei dire perfino standard nella conversazione quotidiana comune.
Radu Jadu ha affermato, che l'oscenità di un video porno è nulla, se comparata a quella comunemente accettata dalla società, disposta a chiudere innanzi a situazioni ben più turpi e scabrose, il film d'altronde è molto chiaro in ciò, eppure perchè allora il filmato di un rapporto sessuale ci turba ancora così tanto nella seconda decade nel terzo millennio? Una possibile risposta è che forse non siamo disposti a vederci per quello che siamo realmente ed il porno più di tutti ce lo mostra; da qui tre possibili finali, che vanno sempre più in un crescendo anarco-folle, eccessivo come lo è d'altronde tutto il film, eppure capace di sfruttare in modo surrealmente assurdo anche una figura supereroistica, riportando il personaggio alle radici della sua incarnazione cartacea, ben più di come vari film recenti della DC hanno saputo fare sul personaggio. Si ride amaramente di questa satira estrema, la quale spiazzerà molti spettatori, abituati ad opere più coese nello stile e nella narrazione, ma in questo modo, verrebbe meno in parte la libera provocazione anti-sistema di Radu Jadu, che conferma lo stato di salute più che eccellente di un cinema rumeno, di cui poco si parla a scapito della moda orientale, quando andrebbe discusso maggiormente. Tra Festival di Venezia e Festival di Cannes, trionfa quindi il terzo incomodo, Berlino, che ha premiato coraggiosamente con l'Orso d'Oro, un'opera immersa totalmente nella realtà pandemica del presente, capace di farsi satira corrosiva di una società perbenista, immersa nella volgarità ben più a fondo, di un innocuo video porno, che fa tanto rumore, ma alla fine è ben poca cosa a confronto di ciò che è oscenamente attuale nella società odierna.

 

scena

Sesso sfortunato o Follie porno (2021): scena

 

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