Regia di Lance Bangs vedi scheda film
Il comico Marc Maron, prossimo alle cinquanta candeline, alle prese con un monologo nel quale riflette sulla sua carriera, sulle esperienze con le droghe e sulla sua ipocondria, ma anche su atei, vegani, ebrei e sul fatto che la sua attuale compagna, molto più giovane di lui, voglia fare un figlio.
Lo spettacolo parte subito con il botto: Marc Maron racconta un episodio accaduto molti anni prima, quando fece una serata insieme a Bill Hicks; molti altri saranno gli aneddoti bizzarri che Maron infilerà in questo Thinky pain, un monologo non molto lineare, ma dagli argomenti solidi. Il testo sembra formato da più pezzi assemblati alla meglio tra loro e lo ammette lo stesso comico, che spesso dialoga tra sé e sé chiedendosi come proseguire o perché ha cominciato a raccontare una certa cosa. Maron è fatto così, è un affabulatore di prim'ordine e in questo show tiene inchiodato lo spettatore con una serie di ragionamenti magari in apparenza contorti, ma che riesce a far sembrare i più naturali del mondo – in qualche modo; tra le riflessioni sparse non mancano temi classici, se non eterni, come la religione e il sesso (con tanto di conclusione dello spettacolo parlando di pornodipendenza), ma a sorpresa lo stand up comedian parla anche di controllo della prostata, desideri mancanti di paternità e galli hawaiani. Regia di Lance Bangs, esperto di videoclip musicali, e montaggio (troppo serrato, con frequenti tagli sensibili) di Weston Currie. 6/10.
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