Regia di Mario Camerini vedi scheda film
"Darò un milione" è il titolo a piena pagina inventato come scoop dal direttore del giornale, variando ad effetto la versione data dal povero cui il miliardario Gold (De Sica) ha lasciato il proprio vestito e denaro prendendone al posto gli stracci; in realtà lui aveva detto, come paradosso, "darei un milione" a chi facesse un gesto di sincera cortesia non dettato da interesse, per dire che tutti sono falsi e interessati; la modifica provoca la caccia al povero ed una gara di carità pelosa alla ricerca del falso povero per guadagnare il milione, carità subito modificata in maltrattamenti nei confronti di chi appare essere un povero vero. In sostanza un film tutt'altro che ottimista, nonostante il lieto fine che dimostra che in fondo una persona sincera e disinteressata c'è; ma appunto solo una, in una società di egoisti interessati di ogni genere, dai veri poveri ai borghesi falsamente caritatevoli (forse anche metafora della carità data in vista di un premio eterno), dagli aristocratici ospiti del miliardario ma indifferenti alla sua sorte ai giornalisti pronti a falsare i fatti pur di aumentare la vendita del giornale; perciò saggiamente Camerini ambientò la storia sulla costa azzurra, in Francia, per evitare le grane con la censura già avute in passato. Il titolo stesso, e tutta la vicenda, sembra colpire soprattutto il giornalismo e l'influsso deleterio che poteva avere sul pubblico; mi chiedo se poteva esserci anche un sottile avvertimento al pubblico di non lasciarsi incantare dalle menzogne ufficiali del giornalismo italiano di regime. Anche l'unico personaggio positivo che Gold incontra, Anna (Assia Noris), per compassione (o inconfessato amore a prima vista, come tutti gli amori dei film di Camerini) verso il "povero" Gold convince il direttore del circo che proprio lui potrebbe essere il finto povero, pur essendo lei pienamente convinta che non lo sia…
Il film ha qualche momento di stanca nel ricevimento ai poveri nel circo, in cui qualche scenetta è scontata e convenzionale, ma altre sono riuscitissime, come la preparazione della tavolata fatta da acrobati del circo o molte scene di carità ipocrita. Uno dei migliori film di Camerini.
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