Trama
Una riflessione sulla storia di Israele dopo l'assassinio del Primo ministro Yitzhak Rabin avvenuta pochi mesi prima, nel 1995. Nel film si intrecciano immagini, luoghi ed epoche: partendo dalla storia narrata da Flavio Giuseppe della distruzione del tempio di Gerusalemme nel 70 D.C. da parte dei Romani e del suicidio di massa degli abitanti di Masada, passando poi a documentazioni video dell'assassino di Rabin e a declamazioni di testi di R. M. Rilke, O. Wilde e dall'Ecclesiaste (a loro volta riprese da "Metamorfosi di una melodia") e alla memoria dell'Olocausto in Polonia, dove la madre del regista fece un viaggio.
Note
Dedicato a Marco Melani, collaboratore al montaggio. Musica originale di Simon e Markus Stockhausen. Milim significa "parole". Nel film "a dominare è un senso di urgenza, un desiderio di non tagliare la parola, l'esperienza che lega i frammenti nello spazio; è un processo che continua. Il senso del film è proprio l'esposizione soggettiva di un passaggio di memorie che era necessario non interrompere. [...] Questo travelling inarrestabile che sostiene e 'porta' tutto Milim, è come una sorta di pendolo del tempo che non si può arrestare perché continua a battere il tempo, la storia va avanti, fa pensare al destino che è creato dal movimento. [...] il senso del film è un po' quello di situare le parole nello spazio, di fare un catalogo [...]." (Amos Gitai)
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