Regia di Silverio Blasi vedi scheda film
Il giovane Gerald segue con fervore Lord Illing, convinto di poter affrontare una rapida scalata sociale mettendosi al suo servizio; la madre del ragazzo frena però i suoi entusiasmi: c'è un segreto inconfessabile nel passato di Lord Illing.
Tratto dal dramma omonimo di Oscar Wilde con una 'traduzione' firmata da Luigi Lunari, questo Una donna senza importanza è uno dei primissimi lavori diretti da Silverio Blasi per la tv di Stato, che d'altronde esisteva da appena un paio di anni; siamo nel 1956 e il concetto di 'film televisivo' è sostanzialmente assimilabile a quello di una ripresa di una rappresentazione in un teatro di posa con un minimo di movimenti di macchina e l'indispensabile di montaggio. In pratica il risultato è di chiara impronta teatrale nelle scenografie, nei costumi e nella recitazione, ma in fin dei conti ciò non guasta dato che il cast è composto da attori di ottima presenza e di esperienza sul palco: Sarah Ferrati, Antonio Pierfederici, Tino Carraro, Fanny Marchiò, Valeria Valeri e Tino Bianchi sono i nomi principali. La narrazione è un po' macchinosa, seguendo i tempi teatrali e assecondando il testo che, nella tradizione della scrittura di Wilde, si perde in rivoli filosofeggianti (anche gradevoli, per carità) che non aiutano però il lavoro dal punto di vista del ritmo; da segnalare come curiosità l'abbreviazione di alcuni cognomi per renderli più appetibili al pubblico italiano: se la signora Arbuthnot diventa Arbuth, Lord Illingworth viene ridimensionato a Lord Illing; per tacere di Gerard Arbuthnot che si trasforma in Gerald Arbuth. Un'ora e venti di durata. 4,5/10.
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