Regia di Rocco Urbisci vedi scheda film
George Carlin torna sul palco con uno spettacolo al vetriolo che parla di pena di morte, aborto, religione, armi e... modi di dire insensati.
È un George Carlin scatenato, all'ennesima potenza, quello che calca il palcoscenico del Beacon Theatre di New York; in un'ora o poco più di monologo l'istrionico attore recita un monologo al vetriolo che colpisce sotto la cintura politica e religione, spaziando da temi come l'aborto o la pena di morte ad altri più leggeri come le stupidaggini che compiamo quotidianamente senza accorgercene, per abitudine, o che ripetiamo credendo di dire cose intelligenti – ma così in effetti non è. Nel 1996 Carlin era ormai assurto allo status di leggenda, ma con la fama e con la maturità non ha fatto altro che continuare a migliorare, diventando una vera e propria macchina da risate lanciata a tutta velocità sugli impervi terreni della 'sacra triade' della satira (sesso-politica-religione) e capace di lasciare sempre uno spunto su cui riflettere. Questo spettacolo, per la regia dell'amico e da lungo tempo sodale Rocco Urbisci, lo ritrae in eccellente forma. 6/10.
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