Regia di Kôtarô Tamura vedi scheda film
Tratto da un libro Seiko Tanabe del 1984, fu portato per la prima volta sul grande schermo con successo di critica e pubblico da Isshin Inudo nel 2003. C'era bisogno di trasformarlo in animazione? Si, per Y?ji Kaneko, regista di certo famoso tra le nuove generazioni che seguono l'animazione giapponese (esordì con Puella Magi Madoka Magica).
L'amore tra una ragazza disabile ed un ragazzo universitario ... il mare di mezzo.
Nulla di nuovo: i soliti personaggi caratterizzati come da 20 anni a questa parte vediamo disegnati negli anime, privi di spessore, privi di profondità, in particolare quelli femminili addirittura antipatici, scontrosi, lagnosi. La disabilità è usata furbamente, per far breccia negli adolescenti, in quelle quattro sequenze che dovrebbero suscitare dolcezza, empatia, leggerezza ma risultano piatte e addirittura forzate!
Registicamente sufficiente, non si discosta da quello che in Giappone sembra essere una sidrome ghibliana (estetica e poetica) mischiata a quello che più di tutti ha colpito l'immaginario animato degli ultimi anni - Makoto Shinkai.
Basta per carità.
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