Regia di Mario Costa vedi scheda film
Un centurione romano va in visita diplomatica a Corinto, in Grecia, ma viene accolto nel peggiore dei modi; trova ostilità e violenza, ma anche l'amore della figlia di Critolao, capo dei sostenitori antiromani.
Il soggetto e la sceneggiatura di Nino Stresa non hanno alcuna vaga ombra di attendibilità, ma ciò poco importa per la vicenda pseudo-storica messa in scena alla bell'e meglio da Mario Costa, artigiano del cinema da due lire che dal secondo dopoguerra alla fine degli anni Sessanta ebbe parecchio daffare licenziando a catena di montaggio cappa & spada, commediole, melodrammi e anche, come in questo caso, qualche peplum. Il conquistatore di Corinto narra le disavventure di un centurione romano, Caio Vinicio (cioè Jacques Sernas) che, giunto ambasciatore in terra greca, rischia la vita e trova - con ardimento e buona sorte - la giusta rivincita e così pure l'amore (Ebe, ossia Genevieve Grad): sostanzialmente l'ennesimo rimaneggiamento dei soliti standard da sceneggiatura media di questo tipo di lavori. Fra gli altri attori in scena troviamo anche Gianni Santuccio, Gordon Mitchell, Gianna Maria Canale, John Drew Barrymore, Ivano Staccoli, Milena Vukotic e Andrea Fantasia (che insieme a suo fratello Franco, anch'egli in una particina, coordina le scene di combattimento); dai cognomi dei protagonisti già si intuisce che si tratta di una coproduzione italo-francese. Scenografie e costumi riciclati, azione diretta così così, lieto fine obbligatorio: tutto nei canoni del filone. All'epoca Costa viaggiava al ritmo di un paio di pellicole all'anno. 2,5/10.
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