Trama
Carla Fracci ha mosso i suoi primi passi al Teatro della Scala nel 1946, diplomandosi nel 1954 e diventando prima ballerina nel 1958. La sua passione unica, una grazia assoluta e una tecnica impeccabile l'hanno portata alla consacrazione internazionale, calcando i palcoscenici più importanti del mondo ed incantando gli amanti della danza di tutto il pianeta.
Curiosità
LA PAROLA AL REGISTA
"La grande icona del balletto italiano, la nostra étoile più acclamata sui palcoscenici di tutto il mondo, con duecento ruoli interpretati in oltre mezzo secolo di carriera: questi i primi pensieri che ho associato al personaggio di Carla Fracci quando la produttrice Gloria Giorgianni mi ha proposto per la prima volta il progetto del film. Ho cominciato a leggerne l’autobiografia e vi ho ritrovato la figura forte e determinata che mi aspettavo, ma anche i sorprendenti ricordi di una tenera bambina sfollata in campagna per i bombardamenti, che già riusciva a cogliere nella natura i primi elementi dell’armonia, quell’equilibrio, che l’avrebbe ispirata lungo tutto il suo percorso.
L’idea del film comincia a prendere forma e l’incontro a Milano con la signora Fracci e suo marito Beppe Menegatti conferma la sensazione di forza e fierezza di questa coppia, ma anche di profonda umanità. Mentre sfogliamo insieme le pagine dei loro ricordi attraverso le foto di famiglia e dei tanti spettacoli, gli mostriamo anche i bozzetti di scenografie e costumi preparati per il film: dietro le mascherine che il Covid ci impone si legge chiaramente nei loro occhi quanto intensamente abbiano amato tutto ciò che hanno realizzato. Una vita straordinaria, fatta di incontri memorabili, ma anche di piccoli gesti e di affetti profondi.
Carla Fracci è stata una donna che ha raccolto innumerevoli successi, attenta al rapporto col suo pubblico, ma che ha saputo sempre difendere l’indipendenza delle proprie scelte. Così, con la salda volontà di mettere alla luce un bambino mentre era al culmine della carriera, in contrasto col mondo del balletto dell’epoca che vedeva impossibile il binomio ballerina – madre, compie un gesto di grande coraggio ed emancipazione che mostra tutta la modernità di questo grandissimo personaggio.
Da questo evento nasce la scelta nel film di raccontare la sfida proposta dal ballerino e coreografo Rudolf Nureyev: tornare alla Scala con Lo Schiaccianoci a un anno dalla gravidanza, montando l’intero balletto in soli cinque giorni! Una corsa folle ed esaltante, un countdown realmente avvenuto che fa da cornice all’intera narrazione, alternata ai flashback del passato di Carla. Una struttura che non ricerca la scansione compilativa degli eventi, laddove una messa in fila cronologica mai avrebbe potuto essere esaustiva per una vita così piena. Partendo da questa considerazione ho impostato la regia del film procedendo per scomposizione e a volte per sottrazione, accostando i piani emotivi al montaggio, piegando piuttosto quelli temporali al servizio di un’emozione che diviene motore narrativo principale.
Favorire il punto di vista del “personaggio Carla”, lo stare “con lei” accompagnando lo spettatore in una visione attraverso i suoi occhi e le sue sensazioni, porta l’approccio alla messa in scena in direzione intimista e “sensoriale”, alla ricerca del massimo coinvolgimento. È con questo pensiero che, seguendo le indicazioni del coreografo indicatoci dalla stessa Fracci, ho girato la ricostruzione della sua prima esibizione importante che la vide debuttare sul palco della Scala subito dopo la Callas: il famoso Spettro della rosa.
Per tutti noi una sfida che si è unita alla grande opportunità di girare per la prima volta un film di finzione all’interno del Teatro alla Scala, che ha stimolato le soluzioni di regia e l’interpretazione degli attori, tutti ispirati dal magico luogo in cui gli avvenimenti sono realmente accaduti.
Porterò sempre con me la grande emozione di quando la signora Fracci è venuta ad assistere alle nostre riprese alla Scala insieme al marito e alla loro affezionata collaboratrice Luisa Graziadei. Ho impressa in mente l’espressione di Alessandra Mastronardi, che con tanto impegno e passione si è avvicinata a questo ruolo, mentre ascoltava i suoi consigli sul palco e ricordo bene lo sguardo che la signora le aveva restituito da dietro la sua mascherina. Considero un privilegio aver potuto guardare anch’io in quegli occhi e averci ritrovato ancora una volta quell’amore così intenso per la grazia, per quella tanto adorata danza di cui Carla Fracci resterà per sempre la più luminosa delle étoile".
Note
Il racconto parte dalla storia di una Carla bambina nell'immediato dopoguerra, poi adolescente e giovane donna nella Milano degli anni '50-'60 e ne racconta l'ascesa al successo e la difficile scelta di diventare mamma in un momento cruciale della sua carriera. Liberamente ispirato all'autobiografia di Carla Fracci, Passo dopo passo – La mia storia (Arnoldo Mondadori Editore, 2013).
Trailer
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Commenti (3) vedi tutti
Alessandra Mastronardi nel ruolo di Carla Fracci è perfetta, molto brava anche la talentuosa Paola Calliari attrice emergente.
leggi la recensione completa di claudio1959Carino. Un po' televisivo anche nel modo di recitare ma piacevole. La storia di una grande donna e una grande professionista
commento di Artemisia1593Carla bambina nell'immediato dopoguerra. Poi Carla adolescente e giovane donna nella Milano degli anni '50-'60. Il film ne racconta l'ascesa al successo, la difficile scelta di diventare mamma in un momento cruciale della sua carriera, la forza, la tenacia, la bravura.
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