Regia di Steven M. Smith vedi scheda film
Via di mezzo tra Shaun of the dead (2004) e La notte dei morti viventi (1968), senza però nemmeno lontanamente avvicinarsi al risultato dell'uno e dell'altro film. Opera a basso budget, girata a tempo di record (quattro giorni!) da un eterno esordiente, che si muove sin dal 2005 nel sottobosco del cinema indipendente inglese.
Little Pitchfield è un piccolo paese rurale dell'Inghilterra, dove la criminalità è inesistente e regna sovrana la noia da oltre 17 anni, ovvero dall'ultimo insolito avvenimento accaduto durante una festa con fuochi artificiali, durante la quale i residenti furono testimoni del volteggiare nel cielo di una luce notturna non identificata. Tra loro era presente anche Cooper (Tony Fadil), sergente di polizia sulla via del pensionamento e incaricato di affiancare il suo successore, il giovane Brody (Elliot Cable). Un virus dagli effetti letali sta però per interrompere quell'apparente stato di quiete perenne, riducendo i contaminati in zombie. Una coppia, un anziano dotato di arsenale e altre sporadiche persone, assieme ai due ufficiali di polizia, si radunano in un casolare, cercando di evitare l'aggressione dei morti viventi, sempre più numerosi con il passare delle ore.
Che strano personaggio Steven M. Smith, prolifico produttore di low budget da lungo corso (sulla scena dal 2005) ma anche occasionale sceneggiatore, regista, cineoperatore e attore (compare nei panni di zombie anche in questo Dead again). Più spesso all'opera su set di film horror, senza che mai uno di quelli realizzati abbia lasciato il segno. E non è difficile capirne le ragioni, dato che Smith opera a livelli intermedi tra l'amatoriale e l'artigianale. Dead again è infatti un prodotto a basso budget, girato in soli quattro giorni e recitato alla meno peggio da anonime comparse (si salvano però i due bravi protagonisti, Tony Fadil ed Elliot Cable). I trucchi sono dilettenteschi e si esprimono nell'interminabile secondo tempo, durante il quale Dead again diventa simile ad un videogioco sparatutto in terza persona, con effetti speciali (solitamente colpi di pallottole) in CGI. Il tutto finisce per essere una via di mezzo tra la splatter commedia Shaun of the dead (2004) e la pietra miliare del cinema horror diretta da George Romero (La notte dei morti viventi, 1968), con un finale delirante in parte preannunciato dalla testimonianza di Cooper sull'avvistamento UFO avvenuto in passato nel villaggio di Little Pitchfield. L'incipit con dichiarazioni di politici attuali (Trump e Macron) assume un aspetto anacronistico date le ambientazioni da anni '80 (sono presenti le classiche cabine inglesi telefoniche rosse) e l'assenza di cellulari (ad un certo punto i poliziotti cercano un telefono fisso, senza trovarlo).
Operazione distopica condotta dallo stesso Steven M. Smith (ovviamente, oltre che regista e attore, anche sceneggiatore e produttore), dato che Brody ribadisce più volte di essere nato negli anni '90, in occasione delle migliori battute scambiate con il pensionando Cooper che citano, per omonimia con il personaggio di Roy Scheider - Brody appunto - più volte Lo squalo (1975). Però c'è qualcosa che riesce a tenere desta l'attenzione e che, contrariamente ai giudizi inclementi raccolti sull'imdb, in parte riscatta Dead again. Un'atmosfera da fine del mondo, cataclismatica, nella quale si muovono i due sornioni addetti alla sicurezza che, per quanto povera, trasuda un certo fascino. Merito anche delle suggestive riprese, con ripetuti piano sequenza frutto - neanche a dirlo - dello stesso Smith, che pure ha messo mano anche alle macchine da presa (o meglio a più probabili ed economiche GoPro e/o smartphone) siglando in questo modo il film in tutto e per tutto. Dead again rimane dunque, concettualmente e praticamente, il tentativo parzialmente riuscito di un aspirante cineasta alla categoria di serie B, consapevole dei propri limiti e proprio per questo anche in grado di accettare con spirito goliardico la situazione subalterna di regista indipendente e amatoriale. Sì, perché Steven M. Smith è praticamente un eterno debuttante, senza mezzi sin dall'inizio (e probabilmente sino alla fine), destinato a muoversi nel sottobosco della cinematografia più improvvisata.
"Se gli alieni ci visitassero, il risultato sarebbe pressapoco come quando Colombo sbarcò in America: non andò molto bene per i nativi americani." (Stephen Hawking)
Trailer
F.P. 09/02/2021 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 75'09") / Data del rilascio USA/Brasile (streaming): 05/01/2021
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