Regia di Tanio Boccia vedi scheda film
"Quest'anno l'Oscar alla carriera ti è sfuggito per un soffio... Alla fine l'hanno dato a Tanio Boccia", recita un noto scherzo fatto da Sordi a Fellini nel 1993 (quando appunto il Maestro venne omaggiato dall'Academy); perchè proprio Boccia? Perchè ha rappresentato la quintessenza dell'arte di arrangiarsi al cinema, uno che era capace di inserire nei dialoghi in doppiaggio - senza alcuna attinenza logica con la scena - il passaggio di un treno per giustificare il traballare evidente della macchina da presa; Boccia o Amerigo Anton (come amava farsi chiamare, anche in questo Il trionfo di Maciste) non è stato probabilmente il peggior regista di sempre nel Belpaese, ma è stato di certo il primo a lavorare a standard così bassi e con una certa continuità. Sciatta la messa in scena, risicatissimo il budget: eppure questo peplum non è fra i peggiori nè dell'intero filone e neppure fra i titoli della vasta filmografia di Boccia/Anton; Kirk Morris (Maciste) oltrettutto non è male come interprete e la sua carriera sul nostro grande schermo prende piede proprio da qui. Al suo fianco ci sono Cathia Caro, Liuba Bodina, Attilio Dottesio e altri volti perfino meno noti; la sceneggiatura è un pasticcio in salsa di muscoloni, prove di forza e buoni sentimenti a opera di Nino Scolaro e Arpad DeRiso. 2,5/10.
Il regno di Tenefi su Menfi sfocia nella vera e propria tirannide; l'unica speranza di salvezza per i cittadini vive nel forzuto Maciste.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta