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Heavy Metal

Regia di Gerald Potterton vedi scheda film

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La recensione su Heavy Metal

di GIANNISV66
6 stelle

E' il 1974 e nelle edicole francesi compare una rivista che farà la storia del fumetto (e non solo). L'hanno ideata un gruppo di intellettuali e artisti che si fa chiamare Les Humanoïdes Associés (tra gli altri vi compare Jean Giraud alias Moebius, autentico fuoriclasse nel campo del fumetto) e si chiama Metal Hurlant. Venne in breve scoperta da un editore americano che la portò oltreoceano pubblicandola con il nome di Heavy Metal.
E proprio i fumetti dell'edizione americana sono alla base di questo film, realizzato nel 1981 da Gerald Potterton, e articolato in episodi, un po' a immagine della struttura della rivista.
Visivamente affascinante e sorretto da una colonna sonora importante (in lista alcuni nomi storici del mondo del metallo pesante tra cui quei Blue Oyster Cult per la cui musica il critico Lester Bangs utilizzò proprio il termine heavy metal), il film zoppica però nelle storie narrate, nessuna delle quali riesce a sollevarsi sopra il livello della sufficienza.
Il tema conduttore è legato a una misteriosa pietra sferica, il Loc-Nar, una sorta di essenza malvagia la cui comparsa si accompagna alla manifestazione del male sotto varie forme.
I vari episodi sono di fatto il pretesto per presentare ambientazioni tipiche del mondo dei fumetti heavy metal, in bilico tra letteratura di genere e scabrosità varie (in parole povere: fra horror, fantascienza e sesso), creati ufficialmente per un pubblico adulto ma in realtà autentico oggetto di culto per torme di adolescenti.
E così si passa da una storia in stile hard-boiled nella New York di un non lontano futuro, ad ambientazione fantasy e fantascientifiche su astronavi o mondi lontani.
Tutti scenari allettanti ma, come detto sopra, non altrettanto si può affermare per le storie.
L'episodio che forse riesce ad elevarsi sopra la media e a suscitare maggiormente l'interesse dello spettatore è quello sceneggiato sulla base di una storia di Dan O'Bannon (scritta quando i fasti di Alien erano ancora lontani) e imperniato sulla disavventura di un bombardiere americano infestato dagli zombie, con un colpo di scena finale a non lieto fine nella migliore tradizione dell'horror.
Insomma una pellicola godibile ma non certo eccelsa e tutto sommato, anche in considerazione della qualità dei disegnatori che hanno fatto sfoggio della loro arte sulle pagine della rivista (alcuni dei quali - come Richard Corben e Bernie Wrightson - coinvolti nella realizzazione della pellicola), una occasione persa.
Parlando di un film con un titolo simile è ben difficile non concedere spazio nel commento alla musica che accompagna le immagini: come detto all'inizio troviamo alcuni dei nomi storici del metal e dell'hard rock, su tutti Black Sabbath, Grand Funk Railroad, Journey e i già citati Blue Oyster Cult. Tra una lista di brani di buon livello ma non indimenticabili spiccano la briosa Reach Out dei Cheap Trick, ottimo sfondo sonoro per un divertente episodio di fantascienza umoristica (Captain Sternn), e l'inquietante Veteran of the Psychic Wars proprio dei B.O.C., scritta dal cantante e chitarrista Eric Bloom insieme al celebre autore inglese di fantascienza Michael Moorcock. Probabilmente il miglior pezzo di tutta la colonna sonora!
 

Sulla trama

You see me now a veteran of a thousand psychic wars
I've been living on the edge so long, where the winds of limbo roar
And I'm young enough to look at, and far too old to see
All the scars are on the inside
I'm not sure that there's anything left of me
(Blue Oyster Cult, from Fire of Unknown Origin 1981)
 

Sulla colonna sonora

Buona scelta di brani, per lo più di gruppi del panorama heavy metal e affini (ma vi sono anche Don Felder, noto per essere stato un membro degli Eagles, i Devo e Stevie Nicks). Per i dettagli si rimando a quanto scritto sopra.

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