Regia di Francesco Massaro vedi scheda film
Anni '80: quando il trash demenziale, pruriginoso e scorretto diventa la regola nella commedia italiana. Povero Banfi, chiamato a sostenere (d'altronde bastava semplicemente dire di no) anche questo ruolo macchiettistico in un film che non ha nulla da offrire, se non le più prevedibili e classiche banalità da 'bar sport', ovvero il luogo dove anche l'uomo più acculturato e pacato regredisce a bestia in preda alla furia delle pulsioni. Figuriamoci un Jerry Calà - solitamente impegnato in parti non esattamente intelettuali - come potrà diventare: ma per nostra fortuna qui gli viene tolta la parola e la sua interpretazione non può che guadagnarne. Attorno a Banfi c'è il vuoto: una storia leggerissima che si conclude con un lieto fine scontato ed una trasparenza di personaggi, situazioni e dialoghi che rasenta quasi il nulla. Non è un caso se in sceneggiatura troviamo le firme, oltre che del regista, di Oldoini, Franco Ferrini ed Enrico Vanzina. 2/10.
Lino, immigrato pugliese a Torino, fa 13 al Totocalcio e diventa miliardario. Tace la notizia, però, per evitare di essere investito da richieste di regali e prestiti. Quando la notizia viene rivelata fugge verso la Costa Azzurra insieme a Parola, un ragazzo muto che gli aveva consigliato il tredicesimo risultato utile (l'impensabile sconfitta della Juve). Ma Parola, all'insaputa di Lino, decide di giocarsi tutto al casinò...
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta