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Confini e dipendenze

Regia di Nicholas Jarecki vedi scheda film

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La recensione su Confini e dipendenze

di gerkota
6 stelle

DISTRIBUITO IN STREAMING DAL MARZO 2021

VISTO SU PRIME VIDEO NEL DICEMBRE 2022

 

Un intreccio di storie collegate tra loro dal comune denominatore della dipendenza da oppiacei, al punto da innescare un traffico di sostanze illecite al confine tra Stati Uniti e Canada. Un farmaco antidolorifico, il Claradol, che dovrebbe essere il primo a non indurre dipendenza nei pazienti ma che, stando alla reazione delle cavie, ne causerebbe addirittura la morte; mercanti di droga e aziende farmaceutiche senza scrupoli in un giro d’affari da un miliardo di dollari; un agente dell’Organo per l’applicazione delle politiche sulle droghe Usa (DEA) infiltrato e sotto pressione; uno scienziato ambizioso ma con una coscienza, che si accorge che i suoi topolini da laboratorio muoiono come mosche e quindi vuol dire come stanno le cose e far ritirare il farmaco incriminato; una madre in cerca di risposte e di verità sul decesso ingiustificato del figlio.

 

scena

Confini e dipendenze (2021): scena

 

Sulla scia di filmoni come Insider. Dietro la verità (Michael Mann, 1999) o come Traffic (Steven Soderbergh, 2000), troviamo questa pellicola del regista newyorchese Nicholas Jarecki (suo il coinvolgente La frode, 2012, visto di recente), artefice anche del soggetto, che - grazie a un tema di sicuro interesse come quello della salute pubblica e degli imbrogli e macchinazioni che, spesso, ne inficiano la tutela e a un’azione ritmata e costante che riesce a creare un apprezzabile coinvolgimento dello spettatore desideroso di qualche emozione da spy story – guadagna una sufficienza piena, seppur non abbondante. Tuttavia la sostanza di questa pellicola indipendente ben accolta in patria anche a livello di incassi, non possiede la qualità e l’eleganza di altre – come le due succitate – che hanno invece fatto la storia del cinema contemporaneo in fatto di descrizione e denuncia di dolorose piaghe che hanno colpito gli States a cavallo degli ultimi due secoli.

 

Armie Hammer

Confini e dipendenze (2021): Armie Hammer

 

Il cast è un misto di nomi di peso e comprimari di discreto livello, il che non contribuisce a elevare il valore di un film che soffre anche la penuria di battute che rimangono – colpa anche di uno script piuttosto essenziale – e il neo di mancare di opportuni passaggi di lievità.

Armie Hammer (visto per la prima volta nel 2010 per un piccolo ruolo in The Social Network) è l’agente della DEA Jake Kelly, che rischia la vita ogni minuto nella necessità di ingannare e sorprendere i manovratori di un traffico di droga divenuto assai remunerativo grazie alla crisi degli oppiacei. L’attore di Los Angeles non sfigura ma nemmeno lascia il segno, con una recitazione senza acuti, che paga un copione poco brillante.

Evangeline Lilly (lanciata dalla serie tv di successo Lost, 2004-2010), molto bella e intensa, veste i panni della madre irrimediabilmente ferita dal più dilaniante dei drammi. Chiamata a una parte di elevata drammaticità, l’ex modella canadese risponde con convinzione e, al tirar delle somme, è senz’altro la più realistica e convincente del cast.

Gary Oldman (grande prova in Mank, 2020) - il fuoriclasse dell’intera squadra assoldata dalla produzione - è il dott. Tyrone Brower, lo scienziato che, una volta scoperta la pericolosità dell'antidolorifico destinato alla commercializzazione, rinuncia alla propria carriera nell'industria e quindi a un mare di soldi, pur di ostacolare “la più grande crisi sanitaria dopo quella del tabacco”. Il premio Oscar 2018 per L’ora più buia (2017) paga, come gli altri colleghi, la piattezza dei dialoghi e la povertà della sceneggiatura, che non gli permettono di far risaltare il proprio talento in spontaneità e istrionismo.

Luke Evans (in compagnia di Lilly in due episodi della trilogia de Lo Hobbit) è il dott. Bill Simons, spregiudicato responsabile del settore commerciale dell'azienda pronta a spedire nelle farmacie un medicinale letale. Senza infamia e senza lode in un ruolo, fra l’altro, dal minutaggio piuttosto limitato.

Greg Kinnear (protagonista nel 2011 dell’apprezzato Thin Ice - Tre uomini e una truffa ma poi incappato in una lunga serie di flop) impersona Geoff Talbot, direttore scientifico, capo compartimento e amico non propriamente fidato del dott. Brower, che alla lealtà nei confronti dello scienziato antepone la propria sicurezza all’interno dell’azienda. Piccola parte per il bravo interprete dell'Indiana - che nel 1997 si impose con il ruolo nel brillantissimo Qualcosa è cambiato (di James L. Brooks) - con la quale, tuttavia, grazie a un paio di scambi di battute più arguti, riesce a convincere.

 

Evangeline Lilly

Confini e dipendenze (2021): Evangeline Lilly

 

L'alchimia fra azione investigativa, componente di giallo e un grado accettabile di violenza, fa di questo lungometraggio più una possibilità di svago che un’occasione di impegno e approfondimento in fatto di finanza corrotta, crimine e drammi personali. Guardabile senza un eccesso di aspettative.

Rivedibilità: 4/10

Voto: 6,5

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