Regia di Volfango De Biasi vedi scheda film
Prima un libro e un documentario, adesso anche il film. L'idea di Volfango De Biasi di raccontare la faccia pulita della psichiatria si traduce in un lungo lavoro organizzativo che lo ha portato, insieme ad altri, alla realizzazione di un progetto che richiama la visionarietà del grande Franco Basaglia.
Nella finzione, Saverio Lulli (Castellitto) è uno psichiatra iconoclasta e fuori dalle regole che decide di realizzare un campionato mondiale di calcio a cinque per pazienti istituzionalizzati. Il suo diretto superiore (Ghini) nicchia, i dirigenti non vogliono saperne, ma lui va avanti fiero e spavaldo per la sua strada, ipotecando persino la casa e rischiando di mettere a repentaglio il rapporto con la figlia adolescente (Fontana). Per l'operazione gli serve un mister che guidi la squadra e lo trova in un vecchio amico burbero (Tortora), un ex calciatore ludopatico che si appassiona subito all'impresa. I problemi non mancheranno, ma l'operazione sarà comunque un successo.
Girata con linguaggio paratelevisivo (luci piatte, campi e controcampi nei dialoghi, molti interni), la commedia di De Biasi riesce a colpire nel segno per quel tanto di schiettezza che ne fa - sulla scia di film come Strana la vita e Si può fare - un riuscito esempio di convivenza tra la magmatica materia psichiatrica e un registro tanto essenziale quanto leggero e godibile.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta