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Flee

Regia di Jonas Poher Rasmussen vedi scheda film

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La recensione su Flee

di alan smithee
7 stelle

locandina

Flee (2021): locandina

AL CINEMA

"Sono sorpreso di piangere per un racconto atroce che non ho vissuto".

Quando il proprio destino è stato in bilico e tuttavia si è riusciti ad arrivare ad una sponda che comunichi una parvenza di salvezza, ecco che il ripensare alla propria odissea, e a cosa si è raccontato per farsi accettare nel nuovo paese in cui si è stati accolti, può creare un senso di imbarazzo e sin di colpa.

Questa spiacevole sensazione è ciò che prova il giovane Amin, ragazzo afghano che ha dovuto abbandonare il proprio paese martoriato, dopo la misteriosa sparizione del padre, e migrare con madre e fratelli e sorelle prima in Russia, per poi cercare di raggiungere il Nord Europa dopo viaggi della speranza costosi e rischiosissimi, durante i quali due delle sue sorelle hanno pure rischiato di soccombere in modo atroce.

"La mia vita è nelle mani dei trafficanti. Sono completamente inerme".

Finisce per ritrovarsi, senza tuttavia averlo programmato, in Danimarca, il nostro Amin, e da lì poco per volta si costruisce una vita, una famiglia incontrando un compagno che lo ama fino al punto da cercare di comprare una casa in campagna che possa accogliere la coppia.

scena

Flee (2021): scena

scena

Flee (2021): scena

Ma il senso di colpa, e l'ansia per aver dovuto perdere i contatti con la propria famiglia, il timore di dover celare i propri istinti omosessuali, essendo vietato anche solo parlare di omosessualità presso il suo paese natale, risulta uno shock frustrante che coinvolge il sensibile Amin e lo induce verso un cammino di depressione che sembra comprometterlo nel corpo e nello spirito.

Flee non è proprio un film qualunque, e proprio per tale motivo si porta dietro un record di candidature ai prossimi premi Oscar che ad oggi non era nemmeno possibile concepire per altri film.

Il lavoro complesso e originale di Jonas Poher Rasmussen si presenta infatti come un film ibrido, sia a livello di contenuti che a livello formale: La parte narrativa è rappresentata grazie ad una valida animazione matura ed adulta, che finisce per descrivere efficacemente le dinamiche di una fuga per la libertà davvero drammatica.

Per quanto riguarda invece il contesto storico e politico, il film si affida ad immagini di repertorio come un documentario.

In aggiunta il film si premura di soffermarsi su un risvolto personale del protagonista, mettendo in luce la dinamica della propria omosessualità mai repressa, né tantomeno rinnegata, ma certo nascosta in modo risoluto per reali ragioni di sopravvivenza ed accettazione.

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Flee (2021): scena

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Flee (2021): scena

La famiglia di Amin, tuttavia, nel finale finalmente tendente all'ottimismo, si dimostra in realtà ben più matura ed illuminata, oltre che lungimirante, del popolo e della civiltà dalla quale entrambi provengono.

Il film si carica di un afflato emotivo che coinvolge lo spettatore, rendendolo parte integrante di una odissea senza fine a cui va incontro il ragazzo e la sua sfortunata famiglia. Ma  la narrazione e la documentazione si mantengono lucide e schiettesenza inciampare mai in inutili ammiccamenti

Il danese Flee ha fatto incetta di candidature in vista della cerimonia degli Oscar 2022: il film si è aggiudicato ben tre nomination per categorie normalmente esclusive e non abbinabili: miglior film straniero, miglior film di animazione e miglior documentario.

Nessuna delle tre candidature risulta fuorviante o fuori luogo, e la circostanza ci induce a pensare che questo toccante racconto ibridato di materiale documentario, possa alla fine aggiudicarsi alcuni, se non tutti, i premi che seguono le menzioni che si è visto assegnare fino ad ora.

 

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