Regia di Neus Ballús vedi scheda film
Una settimana nella vita di Valero, gestore di una piccola ditta di tuttofare che spazia dall'idraulica all'elettricità alla periferia di Barcellona, di Pep, suo vecchio sodale, prossimo alla pensione, e di Moha, marocchino in prova, malvisto fin dai primi istanti da Valero per il colore della sua pelle.
Il terzo film della catalana Neus Ballus è una docufiction che, attraverso il dispositivo di un diario raccontato dalla voce off di Moha, mette a nudo i pregiudizi che tutti noi abbiamo di fronte alla semplice apparenza delle persone. Girato nel giro di tre anni con attori non professionisti (due dei quali premiati col pardo d'oro a Locarno), il film è l'esito di un casting meticolosissimo con autentici tuttofare, che ci spalancano le porte su un mondo imprevedibile, nel quale può capitare di trovarsi chiusi fuori dalla finestra per ore o essere reclutati come fotomodelli. Apprezzabile per l'originalità e la messa in scena, il film mostra maggiori fragilità nella reiterazione dello stesso meccanismo narrativo.
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