Regia di Kay Cannon vedi scheda film
Remake femminista e moderno di Cenerentola, che di magico non ha proprio nulla. Una pagliacciata sopra le righe, fracassona e carnevalesca, con interpreti tutti fuori parte.
Stilisticamente, questo film ricorda la "Biancaneve" con Julia Roberts. Troppo farsesco e commediato, con interpreti fuori parte.
Una tra le versioni più ridicole che io abbia mai visto ispirate alla storia di Cenerentola.
Va bene osare un po' e andare alla ricerca dell'originalità per una favola che è stata illustrata in tante salse diverse, ma quando è troppo, è troppo!
È un remake in chiave moderna, progressista e alternativa, che sfruttando il tema dell'emancipazione e intraprendenza femminile più la bellezza di un'attrice ai suoi esordi (Camilla Cabello è tanto caruccia, ma adatta a interpretare altri ruoli a mio avviso), non possiede alcuna forza narrativa o charme fiabesco. Più che altro, tutto sembra sfociare in un ambiente semi-moralista a favore delle minoranze discriminate.
La trama gira e rigira su se stessa gonfiando e portando all'eccesso il suo messaggio femminista e a parte il tocco da musical di Broadway con canti comunque poco memorabili e ballate stupide, c'è poco altro.
Scenografie luminose quanto finte, effetti speciali pirotecnici, costumi pomposi e carnevaleschi, ritmo costante e dialoghi simpatici, ma sopra le righe, come pure i personaggi. Uno più assurdo dell'altro. Cenerentola, seppure bella non ha nulla che possa richiamare alla mente fantasy e magia, piuttosto è molto teatrale e fatta a pennello per musical tipo "All that jazz";
il principe è alquanto insipido e bruttarello, privo di ogni carisma e imbambolato; la fata madrina una drag queen esaltata che pare aver dimenticato il cervello a casa; le sorellastre fanno proprio pena e la matrigna, per una volta, non è poi così crudele e anaffettiva con la figliastra, anzi, la incoraggia perfino a mirare in alto sposando il principe alla fine. Mah.
Nel complesso, una boiata fracassona e patinata senza né arte né parte.
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