Regia di Jack Arnold vedi scheda film
E' un buon esempio di fantascienza anni '50. Jack Arnold dirige con mano sicura e riesce a mettere su una vicenda serrata e avvincente, ricordando così certi film di Edgar Ulmer. Gli effetti speciali sono minimi, ma usati con intelligenza; ad esempio l'occhio dell'extraterrestre è decisamente suggestivo e inquietante. E' anche indovinata l'idea di non mostrare mai troppo bene lo strano essere, perché la sua indeterminatezza gli dà un'aria di mistero e lascia il resto alla fantasia di ogni spettatore. Non è l'unico caso di film in cui il far vedere poco si rivela una scelta vincente, e niente affatto una rinuncia per incapacità agli effetti speciali.
L'ambientazione nel deserto dell'Arizona è suggestiva e adatta; non per nulla diversi film di fantascienza anni '50 sono girati proprio nelle lande desolate dell'Ovest degli USA.
Quanto alla tematica della pellicola, si possono ravvisare secondo me suggestioni da Guerra Fredda, più che un discorso sugli extraterrestri in senso stretto. Gli invasori potrebbero essere cioè personaggi del blocco comunista, che all'epoca si aspettavano comparire in USA ad ogni momento. Il regista sembra voler dare un messaggio di prudente avvicinamento, che non preveda la guerra e l'ostilità. Non si parla di amicizia vera e propria, perché infatti gli extraterrestri non sono troppo simpatici, o rassicuranti, o ancora rispettosi degli umani. Ma non vogliono la guerra, e tanto basta. In questo senso, viene criticato il comportamento sospettoso e ostile dello sceriffo, che infatti fa più male che bene. Forse Jack Arnold voleva dare un messaggio di conoscenza e di coesistenza pacifica dei due blocchi politici che allora governavano il mondo.
Secondo me è uno di quei film che possono piacere quasi a tutti, ed è adatto specie a chi pensa che i classici della fantascienza in bianco e nero sono banali e noiosi.
PS E' quasi sicuro che Don Siegel si sia ispirato a questo film per il suo "L'invasione degli ultracorpi".
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