Regia di Jack Arnold vedi scheda film
Da quel genietto dell’horror e della SF a basso costo che è stato Jack Arnold, titolare di alcuni capisaldi del fanta-B-movie americano (Radiazioni BX, Tarantola, Il mostro della laguna nera), ecco un piccolo classico che unisce spunti dai due generi in questione (con netto sbilanciamento, ovviamente, sul fronte sci-fi). Sconta tutti i difetti tipici di altre pellicole dello stesso genere e della stessa epoca: ingenuità narrative, forzature, sottolineature, spiegazionismo, personaggi funzionali, interpreti insipidi, paranoia ovunque, retorica anti-razzista come se piovesse (in questo film, si da proprio per scontato che il genere umano altro non sia che una massa di fanatici forcaioli, pronti a fare la pelle a qualsiasi “diverso”…e, tutto sommato, non mi sento di dare del tutto torto allo sceneggiatore… ;-D ). Ma non importa. Arnold sapeva il fatto suo in termini di regia, se si trattava di creare suspense con mezzi limitati. Qui utilizza in modo sapiente, e talora geniale, la soggettiva: non tanto dal punto di vista dei terrestri, quanto da quello degli alieni. Questa scelta, a parte le ovvie implicazioni giustamente “sadiche” nei confronti dei terrestri, invita lo spettatore a mettersi nei panni degli alieni e a vedere le cose dal loro punto di vista. Suggestivo anche l'utilizzo dello spazio (il deserto dell'Arizona, coi suoi orizzonti perduti e il clima torrido, a suggerire una dimensione allucinatoria) e della musica (il theremin, strumento "astrale" per eccellenza). Non manca una certa smaliziata ironia in alcuni passaggi (il bambino travestito da marziano, che spaventa la donna). Non avrà la tensione stringata di “Ultimatum alla Terra” né la sottile ambiguità di “L’invasione degli ultracorpi”, ma resta comunque un’opera abbastanza godibile, oltre che un sincero omaggio alla romantica professione di “star gazer”.
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