Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film
Il documentario di Tornatore su Ennio Morricone ha due difetti principali: il primo è che finisce, il secondo è esterno alla pellicola ed è connaturato ad un pregiudizio piuttosto diffuso, ovvero che i documentari sono noiosi.
Ennio dura 2 ore e mezzo, ma arrivati alla fine si ha la sensazione che ne vorremmo ancora di note da ascoltare e di parole da sentire. Ennio non è la storia di Morricone, ma piuttosto la storia della musica nel mondo del cinema e delle canzoni italiane degli anni '60. Forse è questa l'abilità maggiore di Tornatore, ovvero di rendere il protagonista principale un attore di questa pellicola, elevando ad assoluta "guest star" le sue composizioni.
Il ritmo è vibrante, il montaggio serrato come se fosse un thriller, non vi è nemmeno troppa elegia retorica da parte dei vari personaggi famosi, suddivisi tra cantanti, registi, attori e compositori che raccontano la loro esperienza con il Maestro. Tornatore è capace perfino a mettere della regia all'interno di questo documentario sostanzialmente statico, ci regala infatti delle belle immagini di Morricone che muove le mani e dirige a favor di telecamera, ma seppur costruite ad hoc, riescono a penetrare comunque la sensibilità dello spettatore.
L'altro merito di Tornatore è la sua discrezione. Pur essendo infatti tra tutte le "talking heads" presenti nel documentario quello che lo conosceva più intimamente e con il quale ha collaborato in più film, tanto da avere il giusto privilegio di dirigere questo documentario, sa farsi da parte senza invadere le immagini, calandosi allo stesso livello di tutti gli altri. Gran classe.
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