Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film
Il maestro si racconta e Tornatore ci costruisce intorno una pellicola avvolgente ed a tratti commovente.
‘Ennio’ è un documentario-biografico che si basa sull’intervista-racconto alla quale si presta il compositore magno che, quasi sempre ripreso in primo piano, ripercorre la propria vita descrivendone i passi salienti ed impreziosendo il tutto con curiosità ed aneddoti talvolta divertenti, altre volte estremamente toccanti.
Il regista Giuseppe Tornatore come un tributo al lavoro svolto da Morricone, che ringrazia per avergli ‘donato’ alcune epiche colonne sonore (‘Nuovo Cinema Paradiso’ e ‘La leggenda del pianista sull’oceano’), completa il tutto con spezzoni di films ed interviste ad altri grandi del cinema e della musica contemporanea e grazie ad un immane lavoro di montaggio ripercorre con dovizia ed in rigoroso ordine cronologico la vita di un uomo semplice e geniale che ha collaborato con grandi registi sempre mostrando professionalita’ ed umiltà. Il regista si concentra sull’aspetto psicologico: i dubbi di Ennio sul fatto di impegnarsi su di una attività di serie b (snobbata dalle istanze alte del compositorato militante) cercando in una parallela attività musicale, dedicata alla musica da camera e sperimentale, di chiedere venia ai propri maestri che vedevano in lui un futuro roseo in ambienti meno popolari (come quelli del cinema).
Che dire un’opera doverosa, documentale, rigorosa ed esaustiva che esce a circa due anni dalla morte del Maestro che deve essere riconosciuta non solo precipua alla storia di un musicista le cui gesta si tramanderanno ai posteri ma come un’opera ambiziosa che ripercorre le vicende della musica popolare italiana degli anni sessanta-settanta (Morricone lavoro’ come arrangiatore alla RCA) e ricorda decine di pellicole immortali dove la colonna sonora, firmata da Morricone, e' il valore aggiunto che si imparenta come un guanto e le rende indimenticabili.
Da consigliare senza se e senza ma questo ‘Ennio’ che riesce ad emozionare nonostante si tratti di un documentario e non un’opera di finzione la quale, sentendo i pareri di altri all’uscita del cinema, ha sovente fatto ‘lustrare’ gli occhi a molti, non solo al sottoscritto.
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