Regia di Eduardo De Filippo vedi scheda film
Giovanni, povero in canna, accetta per diecimila lire di prendere parte a una piccola truffa: dovrà riconoscere un giovane come suo figlio. Nel frattempo però un notaio annuncia a Erricuccio, nipote di Giovanni, che Giovanni sta per ereditare una somma enorme da suo fratello, a meno che non abbia figli: in quel caso la somma andrebbe a loro. Erricuccio dovrebbe dunque avvertire al più presto lo zio, se non fosse che ha il viziaccio di ficcarsi sempre in mezzo ai guai.
Non è una tra le opere più note di Eduardo De Filippo (scritta insieme ad Armando Curcio), ma La fortuna con l'effe maiuscola è comunque una commedia godibile, dalla struttura solida e con risvolti morali evidenti (il vero carcere è la miseria, conclude il protagonista nella scena finale). Fortunatamente – l'avverbio è doveroso in questo caso – la Rai si è assicurata nel 1959 una rappresentazione di tale testo da parte della compagnia dello stesso Eduardo, che comprende oltre all'autore e regista anche Pietro De Vico, Pupella Maggio, Clelia Matania, Graziella Marina, Riccardo Grillo ed Enzo Cannavale qui impegnato in una particina. Brio, mestiere degli attori e un intreccio coinvolgente da una parte; riprese piuttosto ordinarie e una regia che non si distanzia granché da quella teatrale dall'altra: il risultato è un bel pezzo di teatro in televisione: dal punto di vista estetico e della confezione invecchiato parecchio, mentre ancora valido per i contenuti e per la performance degli interpreti. Girato al teatro Odeon di Milano. 4,5/10.
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