Regia di Walter Hill vedi scheda film
Danko è un film datato ma che si rivede volentieri, se sono passati un certo numero di anni dall’ultima volta. Come succede con l’Ispettore Callaghan. Solo che inevitabilmente lo si vede con occhi più critici e smaliziati che in passato. Sia perché siamo invecchiati e diversi (non è vero che non si cambia, come affermano certe correnti psicologiche e psicoanalitiche) e sia perché abbiamo maggiori termini di paragone e la cinematografia con il ricorso agli effetti speciali digitali et similia ha fatto passi da gigante ed i vecchi film anni 70 ed 80 ne risentono nel confronto. Trama e contenuto c’erano allora e continuano ad esserci oggi, ma qualche sbavatura, leggerezza, approssimazione, lacuna, ecc., lievi per carità, non passano più inosservati, ed oggi si sarebbero evitati e sarebbero compensati alla grande dall’apporto di effetti maggiormente spettacolari. Soprattutto dal punto di vista culturale certi stereotipi, luoghi comuni e banalizzazioni nel dialogo si sarebbero evitati, ma allora andavano benissimo, era quello che il pubblico si aspettava. E poi Swarzy nella parte dell’ufficiale di polizia russo (secondo gli stereotipi americani) è perfetto, sembra un ruolo cucito appositamente per lui, non ha fatto alcuna fatica a recitarlo, gli era congeniale. Simpatiche alcune invenzioni realistiche ma dall’effetto umoristico, come il confronto tra la più potente arma da fuoco americana e quella russa e lo scambio degli orologi tra il poliziotto americano e russo a titolo di amicizia, piccole scene che rimangono impresse a distanza di anni. Così come è memorabile l’inseguimento con gli autobus, che contribuisce a danneggiare notevolmente la città di Chicago. Certamente non un capolavoro e neppure un capostipite ma in ogni caso un film valido.
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