La recensione su Heart of the Home

di undying

1 stelle

No budget americano frutto della coppia Elisabeth Steen-Nokleberg (sceneggiatrice, produttrice e attrice) e David Palmieri (produttore, regista, cineoperatore), ispirato da un fatto di cronaca (stando ai titoli di testa). Girato ai minimi termini per qualità: fotografia, recitazioni, effetti speciali, montaggio. Inguardabile.

Natalie (Elisabeth Steen-Nokleberg), per condividere le spese d'affitto, ospita nella stessa casa Miko (Mia Ando), una ragazza giapponese immigrata che realizza parrucche con capelli umani. Dopo un amichevole periodo iniziale, Natalie si trova a subire il comportamento antisociale di Miko, che non rinuncia ad ogni occasione per lamentarsi. Dopo un acceso diverbio, Natalie decide di abbandonare l'appartamento facendosi ospitare dal suo compagno.

Idea non male, che i titoli di testa informano essere ispirata da fatti realmente avvenuti. Peccato che a metterci mano sia David Palmieri e che la sceneggiatrice del film (Elisabeth Steen-Nokleberg), antipaticissima e priva di modestia, decida di interpretare il ruolo principale. Ma partiamo dall'inizio, ovvero dalla produzione degli stessi Palmieri e della Steen-Nokleberg: un no budget girato a livello meno che amatoriale, con pessima fotografia, inquadrature casuali e attori improvvisati. L'effetto è quello di un porno, realizzato senza però le scene di sesso. Gli effetti speciali, dato l'assunto, sono un miraggio per gli autori e le recitazioni sono davvero sotto il limite di guardia.

Yukina Takase, Elisabeth Steen-Nokleberg

Palmieri - anche cineoperatore, per non farsi mancare nulla e risparmiare sulle spese - d'altro canto, dopo una lunga carriera come operatore alla macchina, insiste pure nel dirigere indie di una brattezza ineguagliabile, tra i quali risaltano Witchcraft 14, 15 e 16, tra i film più inconcepibili che il genere horror possa vantare, scaturiti come infiniti sequel del modesto Witchcraft (Rob Spera, 1988). Heart of the home riesce nell'impossibile compito di rendere al peggio ogni elemento della macchina audio visiva, finendo tra le cose peggiori (primato difficilissimo da raggiungere) degli ultimi anni. Nel 2021, nessun sensato regista dovrebbe azzardarsi a mettere in circolazione un film come Heart of the home. Per rispetto del pubblico, magari anche pagante.