Regia di Per-Ingvar Tomren, Magne Steinsvoll vedi scheda film
A Natale siamo tutti più buoni. Beh, forse non proprio tutti, dato che qualcuno al contrario sembra essere più cattivo. Ce lo raccontano due esordienti registi norvegesi, anche interpreti nei ruoli principali, intenzionati a surclassare qualunque horror precedente e successivo sul tema del Babbo Natale assassino.
Un serial killer (Tormod Lien) pianifica di compiere un massacro durante le festività natalizie: esplora, spia, osserva abitudini e comportamenti di un gruppo di amici che ha individuato come bersagli ideali. Quando giunge il momento di mettere in atto il suo folle piano, vestito da Babbo Natale, si introduce furtivamente nella casa che ospita le ignare vittime.
Un premuroso marito manifesta affetto alla moglie e si prende cura della piccola figlia, leggendole un libro in camera da letto per farla addormentare. L'uomo è dispiaciuto per non poter trascorrere la vigilia di Natale in famiglia ma deve "prendersi cura di un invalido su sedia a rotelle". Quell'invalido è uno del gruppo d'amici di Eline (Eline Aasheim), anche lui presente al party celebrativo. Che sarà alquanto mosso, e soprattutto insanguinato. Per-Ingvar Tomren e Magne Steinsvoll debuttano in regia, interpretando anche due ruoli principali - ossia i protagonisti omonimi - intenzionati a girare le azioni del peggior (e più odioso) Babbo Natale assassino mai filmato, ovvero quello proposto da O'Hellige Jul! (dal norvegese, Santo Natale). Magne Steinsvoll si occupa anche della colonna sonora, molto suggestiva e con molteplici brani indispensabili e quasi interpreti essi stessi per quanto presenti nelle scene più significative.
L'incipit del film ci mostra sin da subito il killer alle prese con una famiglia sventurata, capitata sotte le sue attenzioni. Poi la storia rallenta, quasi si ferma mostrandoci questi tre amici (Eline, Per-Ingvar e Magne) alle prese con i preparativi delle feste, truccati da "Krampus" e legati da un profondo rapporto affettivo. La lentezza di questa parte centrale, che arriva a sfiorare l'ora, non è però inutile ma anzi funzionale a farci empatizzare con i personaggi, finendo per renderli simpatici. Motivo per cui l'esplosione di inaudita ferocia dell'ultima mezz'ora colpisce ancora più a fondo, arrivando dritta come un pugno sferrato senza freni allo stomaco. La scelta di dare alle riprese una tonalità dorata, quasi seppia, sottolinea visivamente il contesto natalizio, per sua natura fonte di allegria e gioia. Gli autori di Christmas cruelty giocano su questo tema, andando in direzione del tutto opposta sino a spingersi in un finale per nulla consolatorio e al limite del dissacrante (la scritta, col sangue, "Buone feste" lasciata sulla parete). Uno slasher in arrivo dalla Norvegia, girato in economia ma che ha un suo stile. Ad esempio la scelta di spezzare le immagini con sequenze a scatto, quando è in scena il killer, ha una valenza simbolica essendo nelle intenzioni degli autori allegoria percettiva di un particolare stato psicologico dell'assassino. Idea sorta da un intervista degli autori fatta a Tommy Lynn Sells, reale pluriomicida che si è attribuito settanta delitti, inziando ad uccidere all'età di sedici anni, e che ha cercato di spiegare quel che accadeva nella sua testa in certi momenti descrivendo la sensazione di avere il cervello pieno di vetri rotti.
Christmas cruelty supera abbondantemente qualunque altro film girato sul tema, non solo per la brutale violenza ben rappresentata da due o tre effetti speciali agghiaccianti, ma per il clima di irreversibile malvagità che lo pervade. Ad esempio, la scena con carta di credito rubata al paralitico è allucinante: vestito da Babbo Natale l'assassino si presenta in un centro commerciale per acquistare una motosega da adoperare non certo a fin di bene. Il tutto è rifinito con citazioni inattese, che spaziano da Lo squalo (un tappetino da mouse per PC) a Tobe Hooper (l'addetto commerciale propone il modello Hooper 7400, Non aprite quella porta è del 1974), senza scordarsi di Wolf Creek. Non un capolavoro ma ad oggi il più inquientante horror che vede agire un Babbo Natale assassino, terribilmente realistico nella sua follia celata dietro l'apparenza di innocuo e amorevole capofamiglia.
Curiosità
Nel 2017 Reinert Kiil torna sul tema, evidentemente particolarmente sentito alle latitudini norvegesi, con Christmas blood. I due film, benché basati su uno stesso spunto, raggiungono però a livello artistico risultato diametralmente opposto.
Citazione
Serial killer: "Ho bisogno di qualcosa per un ragazzo su una sedia a rotelle."
Commesso: "Hai qualcosa di speciale in mente?"
Serial killer: "Beh... stavo pensando: forse una motosega."
"Non esiste nulla di così triste che lo svegliarsi la mattina di Natale e ricordarsi di non essere più un bambino." (Erma Bombeck)
Devil on your heels (Josah)
Trailer
F.P. 13/03/2021 - Versione visionata in lingua norvegese (durata: 90'48")
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