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Violation

Regia di Dusty Mancinelli, Madeleine Sims-Fewer vedi scheda film

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La recensione su Violation

di mck
7 stelle

Miriam preferisce il baseball al kitesurf.

 

 

Risvegliarsi sonnolento in un dormiveglia alcolico.
“Don’t… Stop…”
L’importanza della punteggiatura, anche nel pronunciato.

 


Violation”, scritto, prodotto e diretto da Madeleine Sims-Fewer [che interpreta - con Anna Maguire, Jesse LaVercombe (molto generoso in quanto ad esposizione di corpo cavernoso) e Obi Abili - anche il ruolo della protagonista] e Dusty Mancinelli è, oltre che un’estremizzazione - dalla parte del torto - del sottogenere “rape & revenge” dal PdV prettamente...

 

 

...femminile (da “Outrage” di Ida Lupino del 1950 al recentePromising Young Woman di Emerald Fennell, passando per “BellaDonna of SadNess”, “I Spit on Your Grave”, “Ms. 45”, “Baise Moi”, “Kill Bill”, “Hard Candy”, “the Brave One”, “the Girl with the Dragon Tattoo”, “Revenge”, “Rencor Tatuado” e I May Destroy You” di Micaela Coel) e il loro esordio nel lungometraggio dopo molti corti, un film (per) grammar-nazi.

 


“E te ne andavi in giro sentendoti così bene. Hai sferrato questo gancio in mio nome. Ti chiamavano tutti “il mio cavaliere bianco”. Ma non lo sei. Per te era più importante essere il mio crociato e non te ne fregava un cazzo dei miei sentimenti.”

 


Da una parte (“Black Bear” → Rabid Wolf), caratteristiche che rientrano in una gamma di normalità: reiterato e sottile egoismo mascherato da generosità, ingenua e innocente leziosità, etc…
Dall’altra (“Horse Girl Rabbit, Spider, Moth, Caterpillar, Ant), una sintomatologia della malattia mentale: sindrome del buon samaritano armato (alienazione e burnout), vendetta sproporzionata, etc…

 


L’acme, la chiave di volta e l’agnizione sono rappresentate dalla scena sotto la pioggia con la protagonista che s’immola per prestare aiuto e soccorso irrichiesti (ma non per questo decifrabilmente superflui) a una donna aggredita, apparentemente non solo verbalmente, dal compagno.

 


I Eat on Your Grave: Miriam (una “Gone Girl” sola, perduta e abbandonata - per sua stessa mano - con Pergolesi e Grieg - riarrangiati con belluria da Andrea Boccadoro, mentre fotografia e montaggio sono di Adam Crosby e Gabriella Wallace - al posto di Puccini) preferisce il baseball al kitesurf e il gelato al gran bollito saponificatore.

 

 

Infine, ottimo il comparto sonoro, fatto salvo il fatto che i versi di disgusto e frustrazione della protagonista sono il vero e solo elemento pornografico (respingente) del film. 

 


* * * (¼) ½  

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