Regia di Prano Bailey-Bond vedi scheda film
A metà degli anni ‘80 Enidt è una donna ossessionata dalla scomparsa della sorella - avvenuta quando entrambe erano bambine e si trovavano da sole - che le ha lasciato dentro un oscuro senso di colpa. Come lavoro, si occupa di censura, ovvero ha il compito di guardare un film horror dietro l’altro e di tagliare le scene più cruente, affinché il pubblico non ne rimanga troppo destabilizzato. Un giorno, mentre guarda l’ennesimo film, è convinta di riconoscere in una attrice la sorella scomparsa: per cercare di rintracciarla finirà nel baratro della follia.
A colpire, in Censor, è anzitutto la resa fotografica “old style”: le atmosfere sfumate riproducono perfettamente quelle degli anni ‘80, e si rimane sorpresi quando si scopre che in realtà la pellicola della regista Prano Bailey-Bond è uscita nel 2021. Per il resto, la vicenda è una riflessione implicita sugli effetti che i film orrorifici possono avere su chi li guarda: non solo alcuni spettatori perdono la testa compiendo azioni scellerate, ma la protagonista stessa - appunto - a un certo punto non riesce più a segnare il confine tra reale e irreale, fin quando il terrore dallo schermo fluisce nella vita di ogni giorno contaminandola irrimediabilmente. Censor, a conti fatti, è, a sua volta, un horror originale e di sicuro fascino, sebbene, forse, fin troppo concettuale. Ma è una visione inconsueta, distorta e conturbante, piena di riflessioni interessanti, che soprattutto gli appassionati del genere non dovrebbero lasciarsi scappare.
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